Sin dalla loro nascita, i movimenti sociali hanno costituito una fonte di ispirazione per i dibattiti dell’ecologia politica, rappresentando una sfida chiave alle norme e alle istituzioni democratiche costituite, cercando di porre rimedio alle ingiustizie strutturali percepite come fortemente connesse con l’insostenibilità ambientale, e mettendo al centro la necessità di una democratizzazione delle relazioni tra natura e società. Questo tipo di approccio ha perlomeno interessato una specifica categoria di movimenti, che definiamo movimenti “socio-ambientalisti”, nei quali l’espressione di preoccupazioni ecologiche è andata di pari passo con rivendicazioni socio-politiche più ampie. Tramite la prospettiva dell’ecologia politica ricostruiamo in questo capitolo i dibattiti sui movimenti socio-ambientalisti, soffermandoci in particolare su tre dimensioni: le tipologie di ambientalismo, le forme organizzative e i repertori di azione. Sul primo aspetto, mostriamo come la prospettiva dell’Ecologia Politica sia stata imprescindibile per un approccio critico ai movimenti, mettendone in discussione alcuni assiomi dominanti quali la tesi sui valori post-materialistici e sull’esclusività di un ambientalismo bianco e dell’opulenza, orgoglioso di una sua supposta ‘purezza’ di tipo ambientale. In secondo luogo, analizzando in modo critico fenomeni come l’istituzionalizzazione e la professionalizzazione di alcuni movimenti ambientalisti, ne identifichiamo da una parte la capacità di far valere specifici interessi nell’arena politica; dall’altra, vagliamo le accuse di riformismo, scarsa democraticità e persino di cooptazione e assorbimento nelle strutture di governance neoliberale che sono state mosse a questi movimenti. Essi vengono raffrontati con la dimensione “di base” o grassroots dei movimenti a loro contrapposti (quali i movimenti territoriali), e che hanno spesso finito col rinnovarli. La tradizione di quest’area più radicale e vicina agli approcci dell’ecologia politica risale agli anni Settanta/Ottanta del Novecento, ma conosce diversi rinnovamenti, sia nella scala (soprattutto grazie al movimento no-global e ai movimenti giovanili per il clima degli ultimi anni) sia nelle pratiche (con un focus recente sulle pratiche prefigurative e quotidiane, che si affiancano alle più classiche manifestazioni di protesta e di dissenso). Infine, particolare attenzione viene data all’emersione del framework della giustizia ambientale e climatica, che ben riassume alcune delle questioni al centro di un approccio di ecologia politica nelle lotte sociali.

Ecologia politica e movimenti sociali

Viviana Asara
Primo
;
2023

Abstract

Sin dalla loro nascita, i movimenti sociali hanno costituito una fonte di ispirazione per i dibattiti dell’ecologia politica, rappresentando una sfida chiave alle norme e alle istituzioni democratiche costituite, cercando di porre rimedio alle ingiustizie strutturali percepite come fortemente connesse con l’insostenibilità ambientale, e mettendo al centro la necessità di una democratizzazione delle relazioni tra natura e società. Questo tipo di approccio ha perlomeno interessato una specifica categoria di movimenti, che definiamo movimenti “socio-ambientalisti”, nei quali l’espressione di preoccupazioni ecologiche è andata di pari passo con rivendicazioni socio-politiche più ampie. Tramite la prospettiva dell’ecologia politica ricostruiamo in questo capitolo i dibattiti sui movimenti socio-ambientalisti, soffermandoci in particolare su tre dimensioni: le tipologie di ambientalismo, le forme organizzative e i repertori di azione. Sul primo aspetto, mostriamo come la prospettiva dell’Ecologia Politica sia stata imprescindibile per un approccio critico ai movimenti, mettendone in discussione alcuni assiomi dominanti quali la tesi sui valori post-materialistici e sull’esclusività di un ambientalismo bianco e dell’opulenza, orgoglioso di una sua supposta ‘purezza’ di tipo ambientale. In secondo luogo, analizzando in modo critico fenomeni come l’istituzionalizzazione e la professionalizzazione di alcuni movimenti ambientalisti, ne identifichiamo da una parte la capacità di far valere specifici interessi nell’arena politica; dall’altra, vagliamo le accuse di riformismo, scarsa democraticità e persino di cooptazione e assorbimento nelle strutture di governance neoliberale che sono state mosse a questi movimenti. Essi vengono raffrontati con la dimensione “di base” o grassroots dei movimenti a loro contrapposti (quali i movimenti territoriali), e che hanno spesso finito col rinnovarli. La tradizione di quest’area più radicale e vicina agli approcci dell’ecologia politica risale agli anni Settanta/Ottanta del Novecento, ma conosce diversi rinnovamenti, sia nella scala (soprattutto grazie al movimento no-global e ai movimenti giovanili per il clima degli ultimi anni) sia nelle pratiche (con un focus recente sulle pratiche prefigurative e quotidiane, che si affiancano alle più classiche manifestazioni di protesta e di dissenso). Infine, particolare attenzione viene data all’emersione del framework della giustizia ambientale e climatica, che ben riassume alcune delle questioni al centro di un approccio di ecologia politica nelle lotte sociali.
2023
9788815387103
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