Il Palazzo arcivescovile del cardinale Ruffo nella cultura architettonica del Settecento ferrarese

In 1598 Ferrara from the Este duchy became a province of the Papal State. In the documents of the 17th and 18th centuries, in which the papal legates governed, the term "decadence" was added to the city: a concept taken up again in the 19th century and then in the first decades of the 20th century. A more updated historiography has paid new attention to the 18th century in Ferrara with reference to the years of government of Cardinal Tommaso Ruffo, bishop from 1717 to 1738. Ruffo realizes out an administrative and urban renewal of the city and in this context, this contribution wants to underline the importance that the new construction of the Archbishop's Palace had through a study that places the architectural design at the center and superimposes the results of indirect sources with direct observation of the monument. The documents report that Cardinal Ruffo decided to rebuild the ancient bishop's palace making it a large princely residence. A decision that reflects the desire to transform the heart of the city: the renovation of the Archbishop's Palace is combined with the completion of the works on the Cathedral and the transfer of the seminary next to the new building. Ruffo thus builds a urban block "of spirituality" in front of the town hall so as to define, thanks to the evidence of the architecture, the pontifical force with respect to the local one. In order for this process of legitimization of the power of Rome to be even more evident, Ruffo called the roman architect Tommaso Mattei. The new Archbishop's Palace will have a new language with respect to the Ferrara tradition both in the formal and constructive choices and for these reasons it is the symbol of an important passage in the artistic culture of Ferrara.

Nel 1598 Ferrara da ducato estense divenne provincia dello Stato Pontificio. Nei documenti del XVIIe XVIII secolo, in cui governarono i legati pontifici, alla città fu aggiunto il termine “decadenza”: concetto ripreso in XIX secolo e poi nei primi decenni del XX secolo. Una storiografia più aggiornata ha prestato nuova attenzione al Settecento ferrarese con riferimento agli anni di governo del cardinale Tommaso Ruffo, vescovo dal 1717 al 1738. Ruffo realizza un rinnovamento amministrativo e urbanistico della città e in questo contesto, questo contributo vuole sottolineare l'importanza che ebbe la nuova costruzione del Palazzo Arcivescovile attraverso uno studio che colloca il il progetto architettonico al centro e sovrappone i risultati delle fonti indirette con l'osservazione diretta del monumento. I documenti riportano che il cardinale Ruffo decise di ricostruire l'antico palazzo vescovile facendolo diventare un grande residenza principesca. Una decisione che riflette la volontà di trasformare il cuore della città: la ristrutturazione del Il Palazzo Arcivescovile è abbinato al completamento dei lavori della Cattedrale e al trasferimento del Seminario accanto al nuovo edificio. Ruffo costruisce così un blocco urbano "della spiritualità" davanti al municipio così da definire, grazie all'evidenza dell'architettura, la forza pontificia rispetto a quella locale. Affinché questo processo di legittimazione del potere di Roma fosse ancora più evidente, Ruffo chiamò l'architetto romano Tommaso Mattei. Il nuovo Palazzo Arcivescovile avrà un linguaggio nuovo rispetto alla tradizione ferrarese sia formale che nelle scelte costruttive e per questi motivi è il simbolo di un passaggio importante nella cultura artistica ferrarese.