Nel suo Il diritto internazionale in Italia, Antonio Cassese insiste molto sul formalismo che sembrava caratterizzare trasversalmente il lavoro della dottrina internazionalistica sotto il fascismo. Si trattò, a ben vedere, di un atteggiamento comune a molte aree disciplinari del diritto, tutte raramente interessate, poi, da una presa di coscienza delle insite contraddizioni e dei limiti evolutivi che questo portava con sé. Al contrario, nel formalismo ci si rifugiava per negare piuttosto la rilevanza e le trasformazioni comunque imposte dalla stagione fascista. Partendo dalle riflessioni di Cassese, dunque, e ripercorrendo brevemente alcune letture storiografiche dedicate ad altre discipline in cui è apparso possibile, infine, rilevare una complessità che andava ben oltre la semplice dicotomia tra diritto (formale) e non-diritto, si potrà arrivare, allora, a immaginare anche per la scienza giuridica internazionalistica una rilettura storiografica secondo le medesime coordinate interpretative. Un’operazione utile non solo a ripensare alcune interpretazioni ‘tradizionali’ del fascismo, ma anche a favorire una maggiore ‘presa di coscienza’ delle continuità e delle discontinuità giuridico-culturali tra fascismo e Repubblica che continuano a condizionare la nostra formazione disciplinare.
Un formalismo sostanziale. Alcune riflessioni su scienza giuridica e fascismo a partire da Il diritto internazionale in Italia di Antonio Cassese
MALPASSI S
Primo
2022
Abstract
Nel suo Il diritto internazionale in Italia, Antonio Cassese insiste molto sul formalismo che sembrava caratterizzare trasversalmente il lavoro della dottrina internazionalistica sotto il fascismo. Si trattò, a ben vedere, di un atteggiamento comune a molte aree disciplinari del diritto, tutte raramente interessate, poi, da una presa di coscienza delle insite contraddizioni e dei limiti evolutivi che questo portava con sé. Al contrario, nel formalismo ci si rifugiava per negare piuttosto la rilevanza e le trasformazioni comunque imposte dalla stagione fascista. Partendo dalle riflessioni di Cassese, dunque, e ripercorrendo brevemente alcune letture storiografiche dedicate ad altre discipline in cui è apparso possibile, infine, rilevare una complessità che andava ben oltre la semplice dicotomia tra diritto (formale) e non-diritto, si potrà arrivare, allora, a immaginare anche per la scienza giuridica internazionalistica una rilettura storiografica secondo le medesime coordinate interpretative. Un’operazione utile non solo a ripensare alcune interpretazioni ‘tradizionali’ del fascismo, ma anche a favorire una maggiore ‘presa di coscienza’ delle continuità e delle discontinuità giuridico-culturali tra fascismo e Repubblica che continuano a condizionare la nostra formazione disciplinare.File | Dimensione | Formato | |
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