Nei paesaggi distesi sulla univoca traccia territoriale dell’antica Flaminia, da Rimini al Furlo, si rilevano trentasette beni di strutture incomplete, ruderi, rovine e luoghi alterati, selezionati nel patrimonio disponibile, in quanto mancanti di quei rapporti territoriali, politici ed economici che ne hanno determinato l’accadimento architettonico. Tipi edilizi produttivi e commerciali del ’900 che si trovano in diversi stadi di trasformazione. Presenze auto celebrative e inattive, ambiti liberi e disponibili a progetti in cui la correlazione natura-artificio si potrà manifestare attraverso scelte architettoniche, rapporti inter-scalari, e tran-scalari fra i beni e le reti naturali di parchi, fiumi, geomorfologie su cui sono posati, reti energetiche, infrastrutturali e vecchie preesistente urbane adiacenti, in cui sono connaturati differenti gradi di relazioni. I risultati architettonici, ottenuti lavorando su imperfezioni, mancanze ed assenze urbane ed ambientali saranno arte-fatti che interpretano hortus conclusus e geometrie archetipiche per spazi adattivi e additivi. In cui il binomio uomo-natura si ispira a meccanismi biologici, impiega materiali di riciclo locale ed usa la vegetazione come strumento di forestazione non di comunicazione. Un’ecologia che nel progetto è equilibrio omeostatico tra nuovo, tessuto edilizio contiguo, sistema ambientale nel quale è innestato e programma funzionale scelto; il tempo. Piante e sezioni dei progetti danno il peso di gravità, la prossimità altimetrica e longitudinale a rocce, acqua, ponti, ferrovie, strade, orizzonte, cielo e uomo, mostrando l’applicazione dei meccanismi architettonici di tracciati, piano orizzontale, struttura, innesti spaziali-scatolari. Facciata abitata, soglie e percorsi determinano paesaggi di chiusura-apertura fra interno ed esterno, paesaggi fra spazi e livelli dell’architettura, fra architettura e città-natura, fra insediamento-spazi pubblici e reti. Le architetture saranno autonomi manifesti di modernità, selezione di memorie, rispetto di biodiversità e corrispondenze fra nuove strutture e significati degli spazi generati da rapporti locali, e lungo la linearità territoriale della via consolare Flaminia; oggi via consolare della modernità.
Equilibri di autonomie architettoniche. La via consolare della modernità
Valentina Radi
Primo
2022
Abstract
Nei paesaggi distesi sulla univoca traccia territoriale dell’antica Flaminia, da Rimini al Furlo, si rilevano trentasette beni di strutture incomplete, ruderi, rovine e luoghi alterati, selezionati nel patrimonio disponibile, in quanto mancanti di quei rapporti territoriali, politici ed economici che ne hanno determinato l’accadimento architettonico. Tipi edilizi produttivi e commerciali del ’900 che si trovano in diversi stadi di trasformazione. Presenze auto celebrative e inattive, ambiti liberi e disponibili a progetti in cui la correlazione natura-artificio si potrà manifestare attraverso scelte architettoniche, rapporti inter-scalari, e tran-scalari fra i beni e le reti naturali di parchi, fiumi, geomorfologie su cui sono posati, reti energetiche, infrastrutturali e vecchie preesistente urbane adiacenti, in cui sono connaturati differenti gradi di relazioni. I risultati architettonici, ottenuti lavorando su imperfezioni, mancanze ed assenze urbane ed ambientali saranno arte-fatti che interpretano hortus conclusus e geometrie archetipiche per spazi adattivi e additivi. In cui il binomio uomo-natura si ispira a meccanismi biologici, impiega materiali di riciclo locale ed usa la vegetazione come strumento di forestazione non di comunicazione. Un’ecologia che nel progetto è equilibrio omeostatico tra nuovo, tessuto edilizio contiguo, sistema ambientale nel quale è innestato e programma funzionale scelto; il tempo. Piante e sezioni dei progetti danno il peso di gravità, la prossimità altimetrica e longitudinale a rocce, acqua, ponti, ferrovie, strade, orizzonte, cielo e uomo, mostrando l’applicazione dei meccanismi architettonici di tracciati, piano orizzontale, struttura, innesti spaziali-scatolari. Facciata abitata, soglie e percorsi determinano paesaggi di chiusura-apertura fra interno ed esterno, paesaggi fra spazi e livelli dell’architettura, fra architettura e città-natura, fra insediamento-spazi pubblici e reti. Le architetture saranno autonomi manifesti di modernità, selezione di memorie, rispetto di biodiversità e corrispondenze fra nuove strutture e significati degli spazi generati da rapporti locali, e lungo la linearità territoriale della via consolare Flaminia; oggi via consolare della modernità.File | Dimensione | Formato | |
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