Grotta della Ghiacciaia. Ripresa delle indagini su un sito del Paleolitico Medio e Superiore in Lessinia

The Ghiacciaia cave (Fumane, VR) opens at 250 metres a.s.l in the Southern Lessini Mounts, along a E-W oriented narrow valley. Preliminarily investigated in 1979-1980, the cave preserves a stratified deposit more than 3.5 m thick made up of four stratigraphic macro-units; among the others, the most recent units yielded evidence of anthropic occupations. During the research campaign of 2021, part of a wider project on the Neanderthal settlements in the Alps, we carried out the stratigraphic excavation of the western area of the cavity after the removal of the reworked deposit. Our research focused on the upper layers, characterized by loamy sediments and breccias accumulated by both external (aeolian and slope-washed sediments) and autogenic (cryogenic) processes. The investigated units, from the top, are UUSS 20 to 24, composed of almost sterile (21-24) breccia and an archaeological (20) layer referable to the early Upper Palaeolithic, and UUSS 31 to 36, silt-clay sequence with sterile (32) and slightly (31) or strongly (33-36) anthropized layers framed in the Middle Palaeolithic. During fieldwork we recovered thousands of lithic artefacts, bones and charcoal fragments, which allow to broaden the spectrum of human frequentations attested in the cavity to an early phase of the Upper Palaeolithic, besides the already known Neanderthal occupations. More extensive investigations of the anthropogenic levels are planned for the next campaigns.

La Grotta della Ghiacciaia (Comune di Fumane, VR), situata a 250 metri di quota in una valle orientata E-W, è uno dei siti musteriani dei Monti Lessini. Indagato in via preliminare negli anni 1979-1980, il giacimento conserva una stratigrafia potente oltre 3,5 m e costituita da quattro macro-unità stratigrafiche, di cui le più recenti hanno restituito evidenze di alcune fasi di occupazione antropica. La campagna di ricerca del 2021, che si inserisce in un più ampio progetto di approfondimento della frequentazione neandertaliana dell’arco alpino, ha portato alla bonifica del deposito rimaneggiato e allo scavo stratigrafico di parte del deposito archeologico nell’area occidentale della cavità. Le ricerche si sono concentrate sulla porzione superiore della stratigrafia, caratterizzata da limi e brecce di origine sia esterna (eolica e colluviale) che autogena (crioclastica). Le unità indagate, dall’alto, comprendono le UUSS 20÷24, composte da livelli brecciosi pressoché sterili (21-24) ed archeologici (20) riferibili al Paleolitico superiore antico, e le UUSS 31÷36, riferibili a livelli limo-argillosi con brecce sterili (32) e lievemente (31) o fortemente (33-36) antropizzati nel corso del Paleolitico medio. Le ricerche hanno permesso di recuperare migliaia tra manufatti e reperti faunistici, dei quali si presentano in questa sede i risultati delle analisi preliminari. La ripresa delle ricerche ha permesso di ampliare lo spettro di occupazioni umane attestate nella cavità, con la registrazione di materiali riferibili a una fase antica del Paleolitico superiore e concorrerà a intraprendere un’indagine più estesa dei livelli antropici da concretizzare nelle prossime campagne.