Il volume - che raccoglie provvisoriamente i risultati della ricerca - è dedicato in una prima parte all'evoluzione storica del problema della conformità a Costituzione dell'attività amministrativa, così come emerge dalla giurisprudenza ordinaria e costituzionale. Sono poi trattati i temi dell'interpretazione conforme e della cd. applicazione diretta della Costituzione nei giudizi in cui è parte la pubblica amministrazione, per cercare di capire se da tali indirizzi si desuma un retrostante dovere (anche) dell'amministrazione di applicare direttamente la Costituzione. Viene inoltre indagato il problema della "sorte" degli atti amministrativi emanati in base a legge dichiarata incostituzionale. Le conclusioni riguardano il rapporto tra Costituzione, legge, attività amministrativa nell'ordinamento repubblicano italiano e contestano la tendenza (propria di una parte della dottrina del diritto amministrativo) ad imputare alla Carta del 1948 l'ide di una legalità amministrativa "allargata", dove la base giuridica del potere - si sostiene - non dev'essere necessariamente la legge ordinaria.

La legalità "costituzionale" dell'Amministrazione : ipotesi dottrinali e casistica giurisprudenziale

Magri Marco
2000

Abstract

Il volume - che raccoglie provvisoriamente i risultati della ricerca - è dedicato in una prima parte all'evoluzione storica del problema della conformità a Costituzione dell'attività amministrativa, così come emerge dalla giurisprudenza ordinaria e costituzionale. Sono poi trattati i temi dell'interpretazione conforme e della cd. applicazione diretta della Costituzione nei giudizi in cui è parte la pubblica amministrazione, per cercare di capire se da tali indirizzi si desuma un retrostante dovere (anche) dell'amministrazione di applicare direttamente la Costituzione. Viene inoltre indagato il problema della "sorte" degli atti amministrativi emanati in base a legge dichiarata incostituzionale. Le conclusioni riguardano il rapporto tra Costituzione, legge, attività amministrativa nell'ordinamento repubblicano italiano e contestano la tendenza (propria di una parte della dottrina del diritto amministrativo) ad imputare alla Carta del 1948 l'ide di una legalità amministrativa "allargata", dove la base giuridica del potere - si sostiene - non dev'essere necessariamente la legge ordinaria.
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