Questa tesi esamina lo stato attuale della Convenzione del 1958 sul riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze arbitrali straniere (si seguito,"CNY") e le sue prospettive future. In particolare, l'autore si chiede se allo stato attuale il regime della CNY sia soddisfacente per coloro che si avvalgono dell'arbitrato internazionale e gli operatori commerciali, o se in realtà non sia più idoneo al suo scopo. Inoltre, l'autore si concentra sulla eventuale necessità di una revisione della CNY ed a tal riguardo individua una proposta: l'adozione di un Protocollo addizionale. Come si evince dal suo contesto storico, l'adozione della CNY nel 1958 faceva parte della costante evoluzione dell'arbitrato commerciale internazionale nella sua funzione di servire il commercio. Infatti, a metà del XX secolo la comunità internazionale imprenditoriale ha insistentemente richiesto ai propri governi di stabilire un nuovo sistema globale per l'esecuzione dei lodi arbitrali stranieri, al fine di migliorare le condizioni previste da un trattato sviluppato negli anni '20 (ovvero, la Convenzione di Ginevra del 1927 sull'esecuzione dei lodi arbitrali stranieri). Per i commercianti dell'epoca, il regime in vigore non rispondeva più del tutto ai moderni parametri economici. Un trattato internazionale maggiormente moderno era fondamentale per garantire la circolazione dei lodi arbitrali nel mondo, e, quindi, per garantire l'efficacia della risoluzione delle controversie commerciali globali. La CNY non solo ha soddisfatto questa esigenza, ma l'ha anche superata. Infatti, grazie alle sue disposizioni ed al numero degli Stati aderenti (170), l'esecuzione di lodi all'estero è diventata notevolmente più facile dell'esecuzione di sentenze rese dai tribunali nazionali. Si dice che questo accordo sia "the most successful United Nations treaty in the area of international trade law, and the cornerstone of the international arbitration system". Indubbiamente, esso si è rivelato il più importante risultato dell'arbitrato commerciale internazionale contemporaneo nella sua missione di supporto delle transazioni commerciali transnazionali. Tuttavia, nonostante il suo successo, durante i suoi 63 anni di vita, la CNY non è stata esente da critiche. Molti studiosi hanno messo in luce i difetti del suo testo e hanno aperto una discussione in merito alla sua modifica, o anche alla sua sostituzione. Tuttavia, la maggior parte degli esperti nel settore dell'arbitrato si sono espressi in senso contrario a queste possibilità. In questo contesto, la tesi si concentra sull'esame delle carenze della CNY e valuta se le stesse abbiano influenzato la sua realizzazione ed il raggiungimento dei suoi obiettivi e se, in ogni caso, sia possibile ovviare a tali carenze senza una modifica o sostituzione della Convenzione. Inoltre, l'autore si chiede se la CNY sia adeguata a servire l'attuale comunità imprenditoriale internazionale e se potrebbe essere in grado di soddisfare gli attori del commercio internazionale dei prossimi decenni. Con questa tesi l'autore intende collaborare all'attuale dibattito circa la necessità di sottoporre a revisione la CNY del 1958. Molti sono i testi accademici che criticano la Convenzione, ma solo alcuni di essi cercano di dare una risposta concreta sulle modalità di risoluzione di tale situazione. In effetti, la maggior parte degli autori si concentra sulla protezione del trattato in questione e sulla difesa del suo attuale status quo, nonostante le sue evidenti e gravi carenze. Ad un certo punto, la CNY sarà modificata, auspicabilmente nel breve periodo. Altrimenti, le sue carenze, la sua obsolescenza e le sue conseguenze pratiche negative ostacoleranno il corretto sviluppo dell'arbitrato internazionale e del commercio transnazionale. Per questo motivo, risulta necessario che vi sia il maggior numero possibile di contributi accademici che prospettino le opzioni disponibili al fine di modificare questo trattato.

This thesis analyses the current status of the 1958 Convention on the Recognition and Enforcement of Foreign Arbitral Awards (hereinafter, "NYC") and its future perspectives. In particular, the author wonders whether the current state of affairs of the NYC's regime is satisfactory for international arbitration users and traders, or if it does not longer fit for its purpose. In addition, the author focuses on determining if it is necessary to make a revision of the Convention and offers a proposal: the adoption of an Amending Protocol. As reflected in its historical background, the adoption of the NYC in 1958 was part of the constant evolution of international commercial arbitration in its task of serving trade. Indeed, in the middle of the 20th century the international business community insistently requested their governments to establish a new global system for the execution of foreign arbitration awards, in order to improve the conditions provided for in a treaty developed in the 1920 decade (namely, the 1927 Geneva Convention on the Execution of Foreign Arbitral Awards). For the merchants of that time, the regime in force no longer entirely met modern economic requirements. A more international modern treaty was crucial to guarantee the circulation of arbitration awards throughout the world, and, therefore, to ensure the effectiveness of the resolution of global commercial disputes. The NYC not only met that need, but also exceeded it. In fact, thanks to its provisions and its number of adhering States (170), the enforcement of awards abroad became considerably easier than that one of judgments rendered by national courts. This agreement is said to be the "most important and successful United Nations treaty in the area of international trade law, and the cornerstone of the international arbitration system". Undoubtedly, it turned out to be the most important achievement of contemporary international commercial arbitration in its mission to support transnational business transactions. However, despite its success, during its 63 years of life, the NYC has not been without criticism. Many scholars have shed light on the flaws in its text and have opened a discussion with respect to its amendment, or even its replacement. Nonetheless, most arbitration experts have expressed themselves contrary to these possibilities. In this context, the thesis focuses on examining the NYC shortcomings and determining if they have affected its performance and the achievement of its objectives and if, in any case, it is possible to overcome such shortcomings without an amendment or replacement. Moreover, the author analyzes if the NYC is adequately serving the current international business community and if it would be capable to satisfy international trade actors of the coming decades. With this thesis the author intends to collaborate with the current debate on the necessity to revise the NYC of 1958. Many are the academic texts that criticize the Convention, but just a few that try to give a concrete answer on how to solve this situation. Indeed, most of the authors concentrates on protecting the treaty in question and defending its current status quo, despite its obvious and serious deficiencies. At some point - it is expected in the short term - the NYC will be modified. Otherwise, its shortcomings, its obsolescence, and its negative practical consequences will hinder the correct development of international arbitration and transnational trade. For this reason, it results necessary to have as many academic essays as possible regarding the available options to amend this treaty.

The Convention on the Recognition and Enforcement of Foreign Arbitral Awards, New York, 10 June 1958: Still Fit For Purpose?

SALDANA SOLARI, Maria Belen
2022

Abstract

Questa tesi esamina lo stato attuale della Convenzione del 1958 sul riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze arbitrali straniere (si seguito,"CNY") e le sue prospettive future. In particolare, l'autore si chiede se allo stato attuale il regime della CNY sia soddisfacente per coloro che si avvalgono dell'arbitrato internazionale e gli operatori commerciali, o se in realtà non sia più idoneo al suo scopo. Inoltre, l'autore si concentra sulla eventuale necessità di una revisione della CNY ed a tal riguardo individua una proposta: l'adozione di un Protocollo addizionale. Come si evince dal suo contesto storico, l'adozione della CNY nel 1958 faceva parte della costante evoluzione dell'arbitrato commerciale internazionale nella sua funzione di servire il commercio. Infatti, a metà del XX secolo la comunità internazionale imprenditoriale ha insistentemente richiesto ai propri governi di stabilire un nuovo sistema globale per l'esecuzione dei lodi arbitrali stranieri, al fine di migliorare le condizioni previste da un trattato sviluppato negli anni '20 (ovvero, la Convenzione di Ginevra del 1927 sull'esecuzione dei lodi arbitrali stranieri). Per i commercianti dell'epoca, il regime in vigore non rispondeva più del tutto ai moderni parametri economici. Un trattato internazionale maggiormente moderno era fondamentale per garantire la circolazione dei lodi arbitrali nel mondo, e, quindi, per garantire l'efficacia della risoluzione delle controversie commerciali globali. La CNY non solo ha soddisfatto questa esigenza, ma l'ha anche superata. Infatti, grazie alle sue disposizioni ed al numero degli Stati aderenti (170), l'esecuzione di lodi all'estero è diventata notevolmente più facile dell'esecuzione di sentenze rese dai tribunali nazionali. Si dice che questo accordo sia "the most successful United Nations treaty in the area of international trade law, and the cornerstone of the international arbitration system". Indubbiamente, esso si è rivelato il più importante risultato dell'arbitrato commerciale internazionale contemporaneo nella sua missione di supporto delle transazioni commerciali transnazionali. Tuttavia, nonostante il suo successo, durante i suoi 63 anni di vita, la CNY non è stata esente da critiche. Molti studiosi hanno messo in luce i difetti del suo testo e hanno aperto una discussione in merito alla sua modifica, o anche alla sua sostituzione. Tuttavia, la maggior parte degli esperti nel settore dell'arbitrato si sono espressi in senso contrario a queste possibilità. In questo contesto, la tesi si concentra sull'esame delle carenze della CNY e valuta se le stesse abbiano influenzato la sua realizzazione ed il raggiungimento dei suoi obiettivi e se, in ogni caso, sia possibile ovviare a tali carenze senza una modifica o sostituzione della Convenzione. Inoltre, l'autore si chiede se la CNY sia adeguata a servire l'attuale comunità imprenditoriale internazionale e se potrebbe essere in grado di soddisfare gli attori del commercio internazionale dei prossimi decenni. Con questa tesi l'autore intende collaborare all'attuale dibattito circa la necessità di sottoporre a revisione la CNY del 1958. Molti sono i testi accademici che criticano la Convenzione, ma solo alcuni di essi cercano di dare una risposta concreta sulle modalità di risoluzione di tale situazione. In effetti, la maggior parte degli autori si concentra sulla protezione del trattato in questione e sulla difesa del suo attuale status quo, nonostante le sue evidenti e gravi carenze. Ad un certo punto, la CNY sarà modificata, auspicabilmente nel breve periodo. Altrimenti, le sue carenze, la sua obsolescenza e le sue conseguenze pratiche negative ostacoleranno il corretto sviluppo dell'arbitrato internazionale e del commercio transnazionale. Per questo motivo, risulta necessario che vi sia il maggior numero possibile di contributi accademici che prospettino le opzioni disponibili al fine di modificare questo trattato.
ANNONI, Alessandra
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Descrizione: Thesis Maria Belen Saldana Solari
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/2489864
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