La presente ricerca è centrata sull’osservazione, l’analisi e la rappresentazione di condizioni e processi del paesaggio in paesi in transizione, dove le città sono caratterizzate da una rapida crescita urbana e dalla proliferazione di spazi residuali i quali, a loro volta, tendono a generare paesaggi antagonisti e confusi, paesaggi del mutamento e della crisi. Attraverso uno studio del linguaggio dello spazio, la dissertazione mette in evidenza che ciò che è “residuale” è principiante un meccanismo del pensiero, e non esclusivamente un meccanismo dello “spazio”. Pur essendo un prodotto dell’organizzazione razionale del territorio urbano, gli spazi residuali sono diventati l’opposto del mondo organizzato. Analizzando questi paesaggi a una scala ravvicinata, è possibile osservare l’ordine naturale che ne influenza forma e carattere, e il modo in cui il territorio urbanizzato ne condiziona l’esistenza stessa; mentre a scala macroscopica appaiono come frammenti senza scala, interruzioni della città che rivelano una nuova geografia urbana. La loro sospensione temporanea e la loro propensione alla trasformazione – ma anche il loro carattere instabile, dinamico, eterogeneo e caotico – costituiscono un’opportunità di riconsiderare la progettazione urbana riconoscendo il valore dell’indeterminatezza. In sostanza la ricerca ha lo scopo di offrire una prospettiva più ampia sul tema degli spazi residuali nelle città contemporanee, stabilendo l’importanza dell’osservazione quale strumento fondamentale per affrontare fenomeni urbani complessi come quello di Tirana, dove i Paesaggi Residuali fuggono i meccanismi del pensiero e della premeditazione. Osservando le strategie di occupazione spontanea degli spazi residuali, considerando il potenziale degli approcci informali adottati dagli individui, e l’influenza che questi spazi hanno sull’ecosistema urbano, la ricerca ipotizza un metodo operativo di sviluppo urbano futuro indeterminato. Gli spazi residuali hanno il potenziale di diventare luoghi per sperimentare nuove strategie di gestione del paesaggio urbano, mirate a garantire il comfort e la salute degli abitanti e a soddisfarne i bisogni sociali, contribuendo altresì al ripristino degli ecosistemi urbani degradati e alla salvaguardia dell’ambiente. Attraverso l’osservazione ravvicinata di spazi abbandonati ed indefiniti attraverso un nuovo sistema di valori, e la definizione di nuovi processi analitici, la ricerca intende contribuire alla riconsiderazione del loro ruolo nel contesto urbano, considerandoli quali potenziali basi per lo sviluppo urbano futuro. I Paesaggi Residuali possono costituire la genesi di futuri possibili.

The research is centered on observation, analysis and representation of landscape conditions, processes over time and change, particularly in transitioning countries where cities are subject to fast urban growth and the proliferation of residual spaces, which result in antagonistic and confused landscapes, landscapes of mutation and crisis. Through a study of language and space, the dissertation highlights that what is central, and what is “residual”, is primarily a mechanism of thought, and not solely a mechanism of “space”. Although residual spaces are a result of the rational organization of the urban territory, they have become the opposite of the organized world. Analyzing these landscapes at the micro scale we can learn from the natural order that shapes them and from the way the urbanized territory influences their existence; whilst at the macro scale they appear as scale less fragments, interruptions of the urban fabric that reveal a new urban geography. Their temporary suspension and availability to transformation – but also their unstable, dynamic, heterogeneous and chaotic character - generates an opportunity for designers to reframe the urban design discourse, acknowledging the value of indeterminacy and open-endedness. In substance, the research intends to offer an extended perspective on the discourse about overlooked residual spaces in contemporary cities, establishing the importance of observation as a fundamental operational tool to approach complex urban phenomena, like the one taking place in Tirana, where Residual Landscapes escape the mechanisms of thought and premeditation. By observing residual space spontaneous occupation strategies, considering the potential of people’s informal approaches to their management, and the possible influence on the urban ecosystem, the research hypothesizes a future open-ended operational mode of urban development. Residual spaces have the potential to become test sites for experimenting new urban landscape management strategies aimed at guaranteeing people’s comfort and health, responding to social needs, and contributing to the restoration of degraded urban ecosystems and the preservation of the environment. A closer observation of abandoned and indefinite spaces under a renewed value system and the definition of new analytical processes, can lead to the reassessment of the role of such spaces within the urban context, considering them as a potential ground for future urban development. Residual Landscapes can become the genesis for possible futures.

Unintended Landscapes. Reevaluating the Potential of Residual Landscapes in Tirana’s Future Urban Development Strategies

PEDATA, Laura
2018

Abstract

La presente ricerca è centrata sull’osservazione, l’analisi e la rappresentazione di condizioni e processi del paesaggio in paesi in transizione, dove le città sono caratterizzate da una rapida crescita urbana e dalla proliferazione di spazi residuali i quali, a loro volta, tendono a generare paesaggi antagonisti e confusi, paesaggi del mutamento e della crisi. Attraverso uno studio del linguaggio dello spazio, la dissertazione mette in evidenza che ciò che è “residuale” è principiante un meccanismo del pensiero, e non esclusivamente un meccanismo dello “spazio”. Pur essendo un prodotto dell’organizzazione razionale del territorio urbano, gli spazi residuali sono diventati l’opposto del mondo organizzato. Analizzando questi paesaggi a una scala ravvicinata, è possibile osservare l’ordine naturale che ne influenza forma e carattere, e il modo in cui il territorio urbanizzato ne condiziona l’esistenza stessa; mentre a scala macroscopica appaiono come frammenti senza scala, interruzioni della città che rivelano una nuova geografia urbana. La loro sospensione temporanea e la loro propensione alla trasformazione – ma anche il loro carattere instabile, dinamico, eterogeneo e caotico – costituiscono un’opportunità di riconsiderare la progettazione urbana riconoscendo il valore dell’indeterminatezza. In sostanza la ricerca ha lo scopo di offrire una prospettiva più ampia sul tema degli spazi residuali nelle città contemporanee, stabilendo l’importanza dell’osservazione quale strumento fondamentale per affrontare fenomeni urbani complessi come quello di Tirana, dove i Paesaggi Residuali fuggono i meccanismi del pensiero e della premeditazione. Osservando le strategie di occupazione spontanea degli spazi residuali, considerando il potenziale degli approcci informali adottati dagli individui, e l’influenza che questi spazi hanno sull’ecosistema urbano, la ricerca ipotizza un metodo operativo di sviluppo urbano futuro indeterminato. Gli spazi residuali hanno il potenziale di diventare luoghi per sperimentare nuove strategie di gestione del paesaggio urbano, mirate a garantire il comfort e la salute degli abitanti e a soddisfarne i bisogni sociali, contribuendo altresì al ripristino degli ecosistemi urbani degradati e alla salvaguardia dell’ambiente. Attraverso l’osservazione ravvicinata di spazi abbandonati ed indefiniti attraverso un nuovo sistema di valori, e la definizione di nuovi processi analitici, la ricerca intende contribuire alla riconsiderazione del loro ruolo nel contesto urbano, considerandoli quali potenziali basi per lo sviluppo urbano futuro. I Paesaggi Residuali possono costituire la genesi di futuri possibili.
DI GIULIO, Roberto
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Descrizione: PhD Thesis Laura Pedata
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/2488254
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