Il testo commenta alcuni temi emersi nella prima parte del convegno, dedicata ai diversi modi di esplorare il campo della teoria dell'architettura, e introduce alcune delle questioni affrontate nella seconda parte, centrata sulle modalità attraverso le quali la ricerca architettonica viene trasmessa attraverso i diversi strumenti di comunicazione e divulgazione scientifica. Richiamando il rapporto tra opera e linguaggio, esplorato in "Critique et vérité" di Roland Barthes nel 1966, nel testo si propone per analogia una riflessione attorno al concetto di «doppia funzione, poetica e critica, della scrittura», la quale si manifesta nella continua interpretazione delle teorie e delle opere architettoniche che leggiamo, decodifichiamo e da cui impariamo, e attraverso cui scriviamo nuovi testi e componiamo nuove opere, in una continua interazione tra pensiero e realtà. Alimentare l’esercizio di questa continua interpretazione delle opere conduce la riflessione a una dimensione operativa della teoria, attraverso cui derivare la teoria dalla prassi, sviluppando un lavoro di rilettura delle condizioni, dei metodi, delle procedure attraverso cui il progetto si costruisce. Una ricerca in cui il progetto ha un ruolo performativo ed è nel contempo strumento di conoscenza. Questa continua pratica interpretativa dovrebbe operare confrontandosi sempre con le tecniche e gli strumenti della comunicazione e, in definitiva della trasmissione del sapere.
La funzione poetica e critica della scrittura (architettonica)
A. MassarentePrimo
Conceptualization
2021
Abstract
Il testo commenta alcuni temi emersi nella prima parte del convegno, dedicata ai diversi modi di esplorare il campo della teoria dell'architettura, e introduce alcune delle questioni affrontate nella seconda parte, centrata sulle modalità attraverso le quali la ricerca architettonica viene trasmessa attraverso i diversi strumenti di comunicazione e divulgazione scientifica. Richiamando il rapporto tra opera e linguaggio, esplorato in "Critique et vérité" di Roland Barthes nel 1966, nel testo si propone per analogia una riflessione attorno al concetto di «doppia funzione, poetica e critica, della scrittura», la quale si manifesta nella continua interpretazione delle teorie e delle opere architettoniche che leggiamo, decodifichiamo e da cui impariamo, e attraverso cui scriviamo nuovi testi e componiamo nuove opere, in una continua interazione tra pensiero e realtà. Alimentare l’esercizio di questa continua interpretazione delle opere conduce la riflessione a una dimensione operativa della teoria, attraverso cui derivare la teoria dalla prassi, sviluppando un lavoro di rilettura delle condizioni, dei metodi, delle procedure attraverso cui il progetto si costruisce. Una ricerca in cui il progetto ha un ruolo performativo ed è nel contempo strumento di conoscenza. Questa continua pratica interpretativa dovrebbe operare confrontandosi sempre con le tecniche e gli strumenti della comunicazione e, in definitiva della trasmissione del sapere.File | Dimensione | Formato | |
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