A fronte di una secolare tradizione di studio di carattere topografico e delle architetture che caratterizzano il paesaggio della Caffarella, i più recenti quadri di sintesi degli indizi archeologici evidenziano come nel tratto della via Appia caratterizzato dal passaggio del fiume Almone l'assenza di indagini sul campo abbia comportato una sostanziale ignoranza dei contesti archeologici. Gli studi sui singoli monumenti non chiariscono questioni archeologiche e topografiche fondamentali per la ricostruzione di un quadro documentario coerente. Le indagini archeologiche non invasive avevano l’obiettivo di individuare le eventuali presenze archeologiche nell’area relative a 3 diversi campi di indagine del progetto di ricerca: 1) li’ndividuazione delle strutture riferibili all’area necropolare testimoniata dalla presenza del cd. sepolcro di Geta; 2) rilevare le tracce relative alla più antica presenza di un luogo di culto come suggeriscono le altre evidenze note nell’area (vedi santuario di Marte Gradivo) di cui non è nota l’estensione prima della progressiva espansione delle necropoli; 3) la possibilità di intercettare il limite settentrionale dell’antica sede stradale della via Appia. L'impiego integrato di tecniche magnetiche ed elettromagnetiche garantisce affidabili informazioni sulla posizione, le dimensioni e la profondità delle strutture individuate nell’area.
Via Appia Antica 39
Dubbini
2021
Abstract
A fronte di una secolare tradizione di studio di carattere topografico e delle architetture che caratterizzano il paesaggio della Caffarella, i più recenti quadri di sintesi degli indizi archeologici evidenziano come nel tratto della via Appia caratterizzato dal passaggio del fiume Almone l'assenza di indagini sul campo abbia comportato una sostanziale ignoranza dei contesti archeologici. Gli studi sui singoli monumenti non chiariscono questioni archeologiche e topografiche fondamentali per la ricostruzione di un quadro documentario coerente. Le indagini archeologiche non invasive avevano l’obiettivo di individuare le eventuali presenze archeologiche nell’area relative a 3 diversi campi di indagine del progetto di ricerca: 1) li’ndividuazione delle strutture riferibili all’area necropolare testimoniata dalla presenza del cd. sepolcro di Geta; 2) rilevare le tracce relative alla più antica presenza di un luogo di culto come suggeriscono le altre evidenze note nell’area (vedi santuario di Marte Gradivo) di cui non è nota l’estensione prima della progressiva espansione delle necropoli; 3) la possibilità di intercettare il limite settentrionale dell’antica sede stradale della via Appia. L'impiego integrato di tecniche magnetiche ed elettromagnetiche garantisce affidabili informazioni sulla posizione, le dimensioni e la profondità delle strutture individuate nell’area.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.