A partire dagli anni Settanta del Novecento, si è progressivamente affermato un filone di studi che ha impiegato il concetto di genere come uno strumento utile a promuovere una nuova comprensione della natura complessa, dinamica e trasformativa dei fenomeni migratori. Sebbene siano relativamente recenti, gli studi su genere e migrazione hanno prodotto contributi estremamente vari ed eterogenei non solo sotto il profilo delle prospettive disciplinari – e quindi delle metodologie – adottate (sociologia, antropologia, psicologia, storia, geografia, economia, scienze politiche, diritto), ma anche sotto il profilo degli oggetti di ricerca empirica e di riflessione teorica La ricchezza di riflessioni prodotte nell’ambito di questi studi ha contribuito così a rendere visibili una pluralità di fenomeni in precedenza ignorati, facendo emergere il rapporto di influenza reciproca che intercorre tra genere e migrazioni: il genere struttura, infatti, le scelte e le esperienze migratorie così come queste ultime influenzano le trasformazioni delle identità e delle relazioni di genere. Nel prendere in esame il rapporto tra genere e migrazione, inoltre, un numero crescente di analisi ha fatto ricorso agli strumenti concettuali elaborati, dagli anni ‘90 in poi, nell’ambito degli studi sull’intersezionalità oltre che, più di recente, sulla specificità delle forme di vulnerabilità (e sugli usi di questo concetto) in relazione sia alle migrazioni in generale, sia al rapporto tra asilo e genere in particolare). All’interno di un ventaglio di temi e di prospettive così articolato e complesso, la presente sezione tematica intende concentrarsi, con un approccio intersezionale, su un aspetto molto particolare: quello del ruolo che possono avere gli stereotipi – di genere e sulle migrazioni – nel condizionare le reciproche interazioni tra i processi di costruzione del genere (doing gender) e delle migrazioni (doing migration), contribuendo così a plasmare, rafforzare e perpetuare le relazioni di potere che strutturano questi processi. Se è vero, infatti, che tanto il genere come le migrazioni sono “realtà costruite” attraverso sguardi non neutrali, gli stereotipi – con la loro capacità di offrire un’immagine semplificata di determinate posizioni sociali, relazioni tra gruppi o rapporti di potere – svolgono una funzione importante nel naturalizzare le narrazioni (dei generi e delle migrazioni) più congeniali ai discorsi e alle pratiche egemoniche e dominanti. Interrogare gli stereotipi può essere, quindi, una chiave per portare alla luce e consegnare ad un’analisi critica la complessità delle relazioni di potere sottostanti alle interazioni tra genere e migrazioni.
(Un)doing gender and migration stereotypes. Per un’analisi critica degli stereotipi nel rapporto tra genere e migrazioni
Maria Giulia Bernardini;Dolores Morondo Taramundi;
2021
Abstract
A partire dagli anni Settanta del Novecento, si è progressivamente affermato un filone di studi che ha impiegato il concetto di genere come uno strumento utile a promuovere una nuova comprensione della natura complessa, dinamica e trasformativa dei fenomeni migratori. Sebbene siano relativamente recenti, gli studi su genere e migrazione hanno prodotto contributi estremamente vari ed eterogenei non solo sotto il profilo delle prospettive disciplinari – e quindi delle metodologie – adottate (sociologia, antropologia, psicologia, storia, geografia, economia, scienze politiche, diritto), ma anche sotto il profilo degli oggetti di ricerca empirica e di riflessione teorica La ricchezza di riflessioni prodotte nell’ambito di questi studi ha contribuito così a rendere visibili una pluralità di fenomeni in precedenza ignorati, facendo emergere il rapporto di influenza reciproca che intercorre tra genere e migrazioni: il genere struttura, infatti, le scelte e le esperienze migratorie così come queste ultime influenzano le trasformazioni delle identità e delle relazioni di genere. Nel prendere in esame il rapporto tra genere e migrazione, inoltre, un numero crescente di analisi ha fatto ricorso agli strumenti concettuali elaborati, dagli anni ‘90 in poi, nell’ambito degli studi sull’intersezionalità oltre che, più di recente, sulla specificità delle forme di vulnerabilità (e sugli usi di questo concetto) in relazione sia alle migrazioni in generale, sia al rapporto tra asilo e genere in particolare). All’interno di un ventaglio di temi e di prospettive così articolato e complesso, la presente sezione tematica intende concentrarsi, con un approccio intersezionale, su un aspetto molto particolare: quello del ruolo che possono avere gli stereotipi – di genere e sulle migrazioni – nel condizionare le reciproche interazioni tra i processi di costruzione del genere (doing gender) e delle migrazioni (doing migration), contribuendo così a plasmare, rafforzare e perpetuare le relazioni di potere che strutturano questi processi. Se è vero, infatti, che tanto il genere come le migrazioni sono “realtà costruite” attraverso sguardi non neutrali, gli stereotipi – con la loro capacità di offrire un’immagine semplificata di determinate posizioni sociali, relazioni tra gruppi o rapporti di potere – svolgono una funzione importante nel naturalizzare le narrazioni (dei generi e delle migrazioni) più congeniali ai discorsi e alle pratiche egemoniche e dominanti. Interrogare gli stereotipi può essere, quindi, una chiave per portare alla luce e consegnare ad un’analisi critica la complessità delle relazioni di potere sottostanti alle interazioni tra genere e migrazioni.File | Dimensione | Formato | |
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