Il contributo parte da dati e da una riflessione sull’efficacia della ricerca architettonica nell’essere competitiva rispetto all’attuale strutturazione dei programmi di finanziamento alla ricerca a livello europeo e non solo. In un quadro continentale dominato dai temi legati all’innovazione tecnologica e i cui sistemi di valutazione sono in gran parte quantitativi (ed. il TRL, Technology Readiness Level), i settori più squisitamente progettuali faticano a trovare una collocazione e spesso, nello sviluppo di progetti multidisciplinari, sono relegati ad un ruolo gregario proprio per la difficoltà di misurarne gli impatti potenziali. Tale situazione, problematica, è sicuramente legata al carattere trasversale (tecnico e umanistico) di ogni pensiero e progetto architettonico, sia esso a scala dell’edificio, urbana o del paesaggio. Allo stesso tempo, però può stimolare una proficua riflessione sulle procedure che adottiamo per sviluppare, comunicare e validare dal punto di vista scientifico i risultati del processo progettuale. Nel volume “Content” del 2004, OMA presenta provocatoriamente una sezione dal titolo “Universal Modernization Patent” in cui sono condensati in forma di simil-brevetto procedimenti e dispositivi spaziali desunti retroattivamente da alcuni progetti dello studio. Attraverso questa operazione paradossale, Koolhaas richiama l’urgenza di nuovi mezzi per caratterizzare, tutelare e condividere i prodotti della ricerca architettonica. Oggi, le stesse istanze sembrano trovare una possibile risposta in pratiche di progettazione assistite da algoritmi generativi in grado di codificare alcune scelte spaziali e adattarle a diversi contesti ambientali e antropici. Senza tralasciare i limiti di questo approccio, il contributo propone di analizzare il suo possibile impatto sull’efficacia delle proposte di ricerca che verranno formulate nei prossimi anni nel quadro dei requisiti richiesti dai bandi competitivi della Comunità Europea.
Coding, progetto e validazione della ricerca
Gianni Lobosco
Primo
2021
Abstract
Il contributo parte da dati e da una riflessione sull’efficacia della ricerca architettonica nell’essere competitiva rispetto all’attuale strutturazione dei programmi di finanziamento alla ricerca a livello europeo e non solo. In un quadro continentale dominato dai temi legati all’innovazione tecnologica e i cui sistemi di valutazione sono in gran parte quantitativi (ed. il TRL, Technology Readiness Level), i settori più squisitamente progettuali faticano a trovare una collocazione e spesso, nello sviluppo di progetti multidisciplinari, sono relegati ad un ruolo gregario proprio per la difficoltà di misurarne gli impatti potenziali. Tale situazione, problematica, è sicuramente legata al carattere trasversale (tecnico e umanistico) di ogni pensiero e progetto architettonico, sia esso a scala dell’edificio, urbana o del paesaggio. Allo stesso tempo, però può stimolare una proficua riflessione sulle procedure che adottiamo per sviluppare, comunicare e validare dal punto di vista scientifico i risultati del processo progettuale. Nel volume “Content” del 2004, OMA presenta provocatoriamente una sezione dal titolo “Universal Modernization Patent” in cui sono condensati in forma di simil-brevetto procedimenti e dispositivi spaziali desunti retroattivamente da alcuni progetti dello studio. Attraverso questa operazione paradossale, Koolhaas richiama l’urgenza di nuovi mezzi per caratterizzare, tutelare e condividere i prodotti della ricerca architettonica. Oggi, le stesse istanze sembrano trovare una possibile risposta in pratiche di progettazione assistite da algoritmi generativi in grado di codificare alcune scelte spaziali e adattarle a diversi contesti ambientali e antropici. Senza tralasciare i limiti di questo approccio, il contributo propone di analizzare il suo possibile impatto sull’efficacia delle proposte di ricerca che verranno formulate nei prossimi anni nel quadro dei requisiti richiesti dai bandi competitivi della Comunità Europea.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.