Se l’egemonia del positivismo giuridico europeo – patrimonio di un passato che si vorrebbe superato – ci aveva abituati all’idea che la legge e l’intero diritto coincidessero con i “comandi del sovrano”, è vero che le religioni sono in grado di gettare una sfida potente – intellettuale ed epistemologica – idonea a mettere in luce i limiti di quella costruzione. La necessità di conoscere e meglio comprendere lo straniero, il diverso, l’immigrato per costruire nuovi e più consapevoli rapporti tra società, politica e religione, ha impresso un forte stimolo ai cultori del diritto ecclesiastico e del diritto canonico ad ulteriormente approfondire lo studio della dimensione normativa delle comunità di fede, così come della disciplina del fenomeno religioso negli Stati europei ed extraeuropei. Si è assistito, in tal modo, al fiorire di numerosi studi comparatistici che, secondo le possibili declinazioni, si occupano dei rapporti tra diritto e religione (i Law and religion studies), dai quali traluce l’ampliarsi dell’attenzione verso la dimensione giuridica delle religioni e l’allargarsi del panorama dei diritti religiosi presi in considerazione. La letteratura in materia, domestica e internazionale, si è fatta vastissima e varia dagli studi che raffrontano i diversi diritti religiosi al fine di ricercarne le differenze e le analogie (diritto comparato delle religioni) a quelli che approfondiscono il rapporto tra il diritto dello Stato e la pluralità dei diritti delle comunità di fede (diritto statale delle religioni) o che pongono a raffronto la regolamentazione giuridica del fenomeno religioso di due o più ordinamenti statali (diritto ecclesiastico comparato). Occorre tuttavia domandarsi per quanta parte si tratti di vera e propria comparazione e con quale metodologia questa venga condotta. L’inclinazione del canonista e dell’ecclesiasticista ad estendere lo sguardo oltre i confini delle proprie materie non è certo cosa nuova: la scienza giuridica che studia il fenomeno religioso, tanto da una prospettiva statuale quanto da quella confessionale, ha da sempre avuto una naturale, quasi insopprimibile, vocazione alla comparazione. Basti por mente al fatto che talune fondamentali problematiche che hanno caratterizzato e tutt’ora caratterizzano i rapporti tra diritto e religione, possono essere assai più proficuamente analizzati e compresi solo uscendo dalla visione chiusa nelle mura domestiche dei diritti nazionali ed avventurandosi nella prospettiva della comparazione con sistemi giuridici, prossimi o remoti, sia da un punto di vista geografico che ideologico. Lo studio si propone di approfondire come, da un punto di vista storico e metodologico, si sia evoluto e sviluppato il primo progetto di comparazione del fenomeno religioso, dedicando alcune riflessioni a quel ramo della scienza giuridica, denominato “diritto comparato delle religioni”, che analizza e pone a confronto il diritto prodotto dalle diverse comunità di fede allo scopo di evidenziare identità, analogie e differenze e individua, a partire dall’esame dei singoli diritti religiosi, i caratteri che li qualificano.
Per una lettura epistemologica del diritto comparato delle religioni
Enrica Martinelli
2021
Abstract
Se l’egemonia del positivismo giuridico europeo – patrimonio di un passato che si vorrebbe superato – ci aveva abituati all’idea che la legge e l’intero diritto coincidessero con i “comandi del sovrano”, è vero che le religioni sono in grado di gettare una sfida potente – intellettuale ed epistemologica – idonea a mettere in luce i limiti di quella costruzione. La necessità di conoscere e meglio comprendere lo straniero, il diverso, l’immigrato per costruire nuovi e più consapevoli rapporti tra società, politica e religione, ha impresso un forte stimolo ai cultori del diritto ecclesiastico e del diritto canonico ad ulteriormente approfondire lo studio della dimensione normativa delle comunità di fede, così come della disciplina del fenomeno religioso negli Stati europei ed extraeuropei. Si è assistito, in tal modo, al fiorire di numerosi studi comparatistici che, secondo le possibili declinazioni, si occupano dei rapporti tra diritto e religione (i Law and religion studies), dai quali traluce l’ampliarsi dell’attenzione verso la dimensione giuridica delle religioni e l’allargarsi del panorama dei diritti religiosi presi in considerazione. La letteratura in materia, domestica e internazionale, si è fatta vastissima e varia dagli studi che raffrontano i diversi diritti religiosi al fine di ricercarne le differenze e le analogie (diritto comparato delle religioni) a quelli che approfondiscono il rapporto tra il diritto dello Stato e la pluralità dei diritti delle comunità di fede (diritto statale delle religioni) o che pongono a raffronto la regolamentazione giuridica del fenomeno religioso di due o più ordinamenti statali (diritto ecclesiastico comparato). Occorre tuttavia domandarsi per quanta parte si tratti di vera e propria comparazione e con quale metodologia questa venga condotta. L’inclinazione del canonista e dell’ecclesiasticista ad estendere lo sguardo oltre i confini delle proprie materie non è certo cosa nuova: la scienza giuridica che studia il fenomeno religioso, tanto da una prospettiva statuale quanto da quella confessionale, ha da sempre avuto una naturale, quasi insopprimibile, vocazione alla comparazione. Basti por mente al fatto che talune fondamentali problematiche che hanno caratterizzato e tutt’ora caratterizzano i rapporti tra diritto e religione, possono essere assai più proficuamente analizzati e compresi solo uscendo dalla visione chiusa nelle mura domestiche dei diritti nazionali ed avventurandosi nella prospettiva della comparazione con sistemi giuridici, prossimi o remoti, sia da un punto di vista geografico che ideologico. Lo studio si propone di approfondire come, da un punto di vista storico e metodologico, si sia evoluto e sviluppato il primo progetto di comparazione del fenomeno religioso, dedicando alcune riflessioni a quel ramo della scienza giuridica, denominato “diritto comparato delle religioni”, che analizza e pone a confronto il diritto prodotto dalle diverse comunità di fede allo scopo di evidenziare identità, analogie e differenze e individua, a partire dall’esame dei singoli diritti religiosi, i caratteri che li qualificano.File | Dimensione | Formato | |
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