Il restauro appartiene al grande territorio dell’Architettura, sebbene le sue finalità siano esclusivamente conservative, anziché trasformative. La più ampia tematica sul rapporto tra antico e nuovo è spesso richiamata, in maniera fuorviante, nell’ambito della disciplina del restauro, con una tendenza netta a dividere gli “atti conservativi”, da quelli del “progetto di architettura”. Una palese contraddizione non solo terminologica, bensì, ed è cosa più difficile da dipanare, sul piano della teoria e della conseguente prassi operativa. Di fatto il restauro architettonico è “atto progettuale” che non richiede di essere considerato a sè stante, se non per la finalità che assolve che lo eccettuano come “architettura per le preesistenza” e non più “architettura sulle preesistenze” come nel passato era legittimo che fosse. Ne deriva una pericolosa assimilazione del “restauro” alla “ristrutturazione”. Partendo dalla considerazione che il restauro ha come presupposto ineludibile la reintegrazione delle lacune di un testo architettonico (organicamente inteso), assegniamo al restauro il compito di “risoluzione” di un testo architettonico, mentre assegniamo alla “ristrutturazione” quello di modificare legittimamente, anche profondamente, un testo architettonico. Tale legittimazione dipende, ovviamente dal “giudizio di valore” che esprimiamo sulla preesistenza; giudizio che non può che giungere al termine di un’approfondita analisi storico-critica non aprioristica. Laddove la reintegrazione del testo si dovesse arrestare perché sconfinerebbe nel campo delle ipotesi, si potrà fare ricorso ad un’architettura che sappia riproporre il valore della masse fabbricative attraverso un linguaggio “consonante”, non citazionista o allusive, evitando che le poetiche individuali, basate perlopiù su “suggestioni”, prendano il sopravvento sulla preesistenza stessa.

Restauro: architettura per le preesistenze. Equivoci teorici, e di prassi, tra ‘restauro’ e ristrutturazione’

Riccardo Dalla Negra
2019

Abstract

Il restauro appartiene al grande territorio dell’Architettura, sebbene le sue finalità siano esclusivamente conservative, anziché trasformative. La più ampia tematica sul rapporto tra antico e nuovo è spesso richiamata, in maniera fuorviante, nell’ambito della disciplina del restauro, con una tendenza netta a dividere gli “atti conservativi”, da quelli del “progetto di architettura”. Una palese contraddizione non solo terminologica, bensì, ed è cosa più difficile da dipanare, sul piano della teoria e della conseguente prassi operativa. Di fatto il restauro architettonico è “atto progettuale” che non richiede di essere considerato a sè stante, se non per la finalità che assolve che lo eccettuano come “architettura per le preesistenza” e non più “architettura sulle preesistenze” come nel passato era legittimo che fosse. Ne deriva una pericolosa assimilazione del “restauro” alla “ristrutturazione”. Partendo dalla considerazione che il restauro ha come presupposto ineludibile la reintegrazione delle lacune di un testo architettonico (organicamente inteso), assegniamo al restauro il compito di “risoluzione” di un testo architettonico, mentre assegniamo alla “ristrutturazione” quello di modificare legittimamente, anche profondamente, un testo architettonico. Tale legittimazione dipende, ovviamente dal “giudizio di valore” che esprimiamo sulla preesistenza; giudizio che non può che giungere al termine di un’approfondita analisi storico-critica non aprioristica. Laddove la reintegrazione del testo si dovesse arrestare perché sconfinerebbe nel campo delle ipotesi, si potrà fare ricorso ad un’architettura che sappia riproporre il valore della masse fabbricative attraverso un linguaggio “consonante”, non citazionista o allusive, evitando che le poetiche individuali, basate perlopiù su “suggestioni”, prendano il sopravvento sulla preesistenza stessa.
2019
978-88-909054-9-0
restauro architettonico, ristrutturazione, lacuna architettonica
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
2019.contributo DALLA NEGRA.pdf

accesso aperto

Descrizione: versione editoriale
Tipologia: Full text (versione editoriale)
Licenza: PUBBLICO - Pubblico con Copyright
Dimensione 1.45 MB
Formato Adobe PDF
1.45 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/2438199
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact