Le fratture dell’anello pelvico sono lesioni generalmente determinate da traumi ad alta energia, complesse nel trattamento e gravi dal punto di vista prognostico. Tra i traumi scheletrici, sono considerate la maggior causa di morte, soprattutto in relazione all’elevato rischio di sanguinamento e shock emorragico ad esse correlato. Nei pazienti politraumatizzati tali fratture, a causa della notevole forza necessaria a produrle, si accompagnano molto spesso a lesioni degli organi addominali e toracici contribuendo al risultato finale di peggiorarne la prognosi ed aumentarne la mortalità. Le linee-guida per il trattamento di pazienti con lesioni multiple coinvolgono numerose figure professionali, rendendo necessaria la presenza di personale specializzato nei centri di riferimento per la traumatologia e la coordinazione nei tempi e nei modi di procedere. L’impiego di risorse umane e materiali, in tal senso, è finalizzato alla realizzazione di un trattamento precoce delle lesioni nel paziente critico secondo una scala di priorità, dalla fase di pre-ospedalizzazione al momento dell’arrivo al nosocomio di riferimento, per proseguire, infine, in molteplici e variabili percorsi di trattamento. Alla luce di tale premessa, quindi, è necessario verificare se i parametri valutativi di corrente utilizzo medico-legale (c.d. “barèmes) possano essere considerati adeguati e sufficienti ai fini dell’equa determinazione del valore invalidante. Per quanto specificamente attiene l’ambito della Responsabilità Civile, i riferimenti legislativi sono dettati dal Decreto del Ministero della Salute del 03 luglio 2003 (Tabella delle menomazioni all’integrità psico-fisica comprese tra 1 e 9 punti di invalidità) e dalla Tabella Unica Nazionale del Danno Biologico del 03 agosto 2011 (Tabella delle menomazioni prevista dall’articolo n. 138, D. Legislativo 7 settembre 2005 n. 209).

Le fratture dell’anello pelvico e acetabolo: rilievi di interesse traumatologico e valutativo medico-legale

Giuseppe Basile
Primo
Writing – Original Draft Preparation
;
Alberto Passeri
Penultimo
Membro del Collaboration Group
;
Rosa Maria Gaudio
Ultimo
Writing – Original Draft Preparation
2020

Abstract

Le fratture dell’anello pelvico sono lesioni generalmente determinate da traumi ad alta energia, complesse nel trattamento e gravi dal punto di vista prognostico. Tra i traumi scheletrici, sono considerate la maggior causa di morte, soprattutto in relazione all’elevato rischio di sanguinamento e shock emorragico ad esse correlato. Nei pazienti politraumatizzati tali fratture, a causa della notevole forza necessaria a produrle, si accompagnano molto spesso a lesioni degli organi addominali e toracici contribuendo al risultato finale di peggiorarne la prognosi ed aumentarne la mortalità. Le linee-guida per il trattamento di pazienti con lesioni multiple coinvolgono numerose figure professionali, rendendo necessaria la presenza di personale specializzato nei centri di riferimento per la traumatologia e la coordinazione nei tempi e nei modi di procedere. L’impiego di risorse umane e materiali, in tal senso, è finalizzato alla realizzazione di un trattamento precoce delle lesioni nel paziente critico secondo una scala di priorità, dalla fase di pre-ospedalizzazione al momento dell’arrivo al nosocomio di riferimento, per proseguire, infine, in molteplici e variabili percorsi di trattamento. Alla luce di tale premessa, quindi, è necessario verificare se i parametri valutativi di corrente utilizzo medico-legale (c.d. “barèmes) possano essere considerati adeguati e sufficienti ai fini dell’equa determinazione del valore invalidante. Per quanto specificamente attiene l’ambito della Responsabilità Civile, i riferimenti legislativi sono dettati dal Decreto del Ministero della Salute del 03 luglio 2003 (Tabella delle menomazioni all’integrità psico-fisica comprese tra 1 e 9 punti di invalidità) e dalla Tabella Unica Nazionale del Danno Biologico del 03 agosto 2011 (Tabella delle menomazioni prevista dall’articolo n. 138, D. Legislativo 7 settembre 2005 n. 209).
2020
9788891637161
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