L’approccio progettuale segue un percorso scalare (dalla città all’edificio) per operare un intervento rigenerativo tre le differenti componenti storiche, sociali ed economiche della città. L’obiettivo centrale della proposta è quello di individuare mediante la collaborazione di proposte urbane ed architettoniche, possibili strategie di rivitalizzazione olistica di parti città che oggi conducono, nell’arco dell’anno, vite separate. All’interno del tessuto di Gabicce sono presenti “occasioni” urbane utili alla riqualificazione del sistema. Nello specifico sono situazioni residuali o al contrario di grande significato simbolico, che possono rafforzare il loro valore in un ambito di network urbano, poiché dislocati in modo diffuso all’interno del tessuto ed in particolare prossimità all’area del waterfront. Vi è quindi l’esistenza di un patrimonio storico di spazi ed ambiti che ad oggi però non riesce autonomamente a generare, con continuità, dinamiche urbane di qualità. Punto centrale della proposta di progetto è l’inserimento di un sistema diffuso di nuove polarità, che interagendo con il sistema delle occasioni urbane già individuate, può definire una nuova dinamica continuativa all’area del waterfront ed apportare fenomeni rigenerativi all’interno del tessuto interno. E’ per noi di determinante importanza la natura di queste nuove polarità, che devono cambiare il tipo di approccio e devono poter rispondere da un lato a specifiche necessità operative, dall’altro poter garantire un elevato grado di liberta gestionale. Terzo tale sistema deve risultare diffuso, in modo che possa irradiarsi capillarmente e beneficamente nel tessuto urbano. Abbiamo definito questo approccio SISTEMA NEURALE: abbiamo in sostanza la necessità di inserire le polarità che la città cerca. Passo fondamentale in questa direzione è definire anche una nuova natura delle attività presenti sul waterfront. Si è pensato di sostituire al sistema lineare presente oggi degli stabilimenti balneari che definisce un limite un sistema puntuale a Bends, che muta il limite in margine, uno spazio poroso fra le cose, creando quello spazio di in-between tra il costruito e il mare oggi totalmente assente. Il BEND è l’evoluzione del tradizionale stabilimento balneare. Deve il suo nome all’operazione di “piegatura” della costruzione lineare tradizionale (che costituisce una barriera alla percezione del mare dalla città) raccogliendo in una forma raccolta le attività necessarie. Il BEND per sua natura è flessibile e può configurarsi per accogliere più stabilimenti balneari mantenendo la presenza delle dotazioni standard: servizi, depositi, ristoro. Il BEND viene circoscritto da una struttura metallica leggera che funge da supporto a diafani tendaggi (che possono essere riconfigurati con differenti percentuali di opacità tra estate e inverno), utile alla definizione dello spazio interno raccolto e alla definizione di una chiara riconoscibilità architettonica. All’interno del BEND vengono individuati anche spazi indeterminati, spazi caratterizzati da una vocazione libera alla loro occupazione ed utilizzo, in ragione ed in accordo a specifiche logiche di uso e di programmazione della pubblica amministrazione od altre associazioni a cui possano essere concessi in gestione. Nella sua duplice configurazione concava / convessa il BEND definisce due strategie di utilizzo: la forma convessa si adatta all’utilizzo estivo, mirando alla maggiore apertura possibile verso l’esterno, a particolare supporto delle attività di gestione dello stabilimento balneare, mentre il lato interno permette esperienze più intime e raccolte legare al ristoro, al relax e alla leisure. La forma concava invece si adatta all’utilizzo invernale, poiché è possibile chiudere ermeticamente il lato esterno dello stesso, garantendo uno spazio interno maggiormente protetto. E’ questa la vera natura del BEND, un organismo flessibile, smontabile riciclabile e recuperabile, che permette di attivare dinamiche di utilizzo con un effetto a 365 giorni all’anno. Elemento per noi indispensabile a supporto alle strategie di rigenerazione del waterfront è la previsione all’interno dei contenitori di spazi programmati indeterminati. Tale indicazione vuole sottolineare la duplice natura di questi spazi, la necessità della loro previsione come “trigger” di eventi, dall’altra la natura del tutto libera e flessibile della loro occupazione ed utilizzo. L’ Effetto 365 viene esteso anche agli edifici degli alberghi sul waterfront. prevedendo 2 tipi di intervento: il primo è relativo a sottrazioni urbane, quali recupero ad uso pubblico di una campata strutturale di alcuni hotel (a cui verrà concesso il recupero della volumetria sottratta con nuova volumetria sul coperto) per migliorare localmente l’accesso al sistema spiaggia in corrispondenza degli innesti. Il secondo prevede la possibilità di riconfigurazioni funzionali del piano terra degli hotel rivolti verso il mare secondo una logica compensativa tra acquisizione a pubblico delle pertinenze private al piano terra, e possibilità di cambio d’uso del piano terra stesso.

Riprogettazione Water-front Gabicce

alessandro gaiani;
2014

Abstract

L’approccio progettuale segue un percorso scalare (dalla città all’edificio) per operare un intervento rigenerativo tre le differenti componenti storiche, sociali ed economiche della città. L’obiettivo centrale della proposta è quello di individuare mediante la collaborazione di proposte urbane ed architettoniche, possibili strategie di rivitalizzazione olistica di parti città che oggi conducono, nell’arco dell’anno, vite separate. All’interno del tessuto di Gabicce sono presenti “occasioni” urbane utili alla riqualificazione del sistema. Nello specifico sono situazioni residuali o al contrario di grande significato simbolico, che possono rafforzare il loro valore in un ambito di network urbano, poiché dislocati in modo diffuso all’interno del tessuto ed in particolare prossimità all’area del waterfront. Vi è quindi l’esistenza di un patrimonio storico di spazi ed ambiti che ad oggi però non riesce autonomamente a generare, con continuità, dinamiche urbane di qualità. Punto centrale della proposta di progetto è l’inserimento di un sistema diffuso di nuove polarità, che interagendo con il sistema delle occasioni urbane già individuate, può definire una nuova dinamica continuativa all’area del waterfront ed apportare fenomeni rigenerativi all’interno del tessuto interno. E’ per noi di determinante importanza la natura di queste nuove polarità, che devono cambiare il tipo di approccio e devono poter rispondere da un lato a specifiche necessità operative, dall’altro poter garantire un elevato grado di liberta gestionale. Terzo tale sistema deve risultare diffuso, in modo che possa irradiarsi capillarmente e beneficamente nel tessuto urbano. Abbiamo definito questo approccio SISTEMA NEURALE: abbiamo in sostanza la necessità di inserire le polarità che la città cerca. Passo fondamentale in questa direzione è definire anche una nuova natura delle attività presenti sul waterfront. Si è pensato di sostituire al sistema lineare presente oggi degli stabilimenti balneari che definisce un limite un sistema puntuale a Bends, che muta il limite in margine, uno spazio poroso fra le cose, creando quello spazio di in-between tra il costruito e il mare oggi totalmente assente. Il BEND è l’evoluzione del tradizionale stabilimento balneare. Deve il suo nome all’operazione di “piegatura” della costruzione lineare tradizionale (che costituisce una barriera alla percezione del mare dalla città) raccogliendo in una forma raccolta le attività necessarie. Il BEND per sua natura è flessibile e può configurarsi per accogliere più stabilimenti balneari mantenendo la presenza delle dotazioni standard: servizi, depositi, ristoro. Il BEND viene circoscritto da una struttura metallica leggera che funge da supporto a diafani tendaggi (che possono essere riconfigurati con differenti percentuali di opacità tra estate e inverno), utile alla definizione dello spazio interno raccolto e alla definizione di una chiara riconoscibilità architettonica. All’interno del BEND vengono individuati anche spazi indeterminati, spazi caratterizzati da una vocazione libera alla loro occupazione ed utilizzo, in ragione ed in accordo a specifiche logiche di uso e di programmazione della pubblica amministrazione od altre associazioni a cui possano essere concessi in gestione. Nella sua duplice configurazione concava / convessa il BEND definisce due strategie di utilizzo: la forma convessa si adatta all’utilizzo estivo, mirando alla maggiore apertura possibile verso l’esterno, a particolare supporto delle attività di gestione dello stabilimento balneare, mentre il lato interno permette esperienze più intime e raccolte legare al ristoro, al relax e alla leisure. La forma concava invece si adatta all’utilizzo invernale, poiché è possibile chiudere ermeticamente il lato esterno dello stesso, garantendo uno spazio interno maggiormente protetto. E’ questa la vera natura del BEND, un organismo flessibile, smontabile riciclabile e recuperabile, che permette di attivare dinamiche di utilizzo con un effetto a 365 giorni all’anno. Elemento per noi indispensabile a supporto alle strategie di rigenerazione del waterfront è la previsione all’interno dei contenitori di spazi programmati indeterminati. Tale indicazione vuole sottolineare la duplice natura di questi spazi, la necessità della loro previsione come “trigger” di eventi, dall’altra la natura del tutto libera e flessibile della loro occupazione ed utilizzo. L’ Effetto 365 viene esteso anche agli edifici degli alberghi sul waterfront. prevedendo 2 tipi di intervento: il primo è relativo a sottrazioni urbane, quali recupero ad uso pubblico di una campata strutturale di alcuni hotel (a cui verrà concesso il recupero della volumetria sottratta con nuova volumetria sul coperto) per migliorare localmente l’accesso al sistema spiaggia in corrispondenza degli innesti. Il secondo prevede la possibilità di riconfigurazioni funzionali del piano terra degli hotel rivolti verso il mare secondo una logica compensativa tra acquisizione a pubblico delle pertinenze private al piano terra, e possibilità di cambio d’uso del piano terra stesso.
2014
waterfront, temporaneo, rigenerazione, sistema neurale, margine poroso, bend
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