La cattedra di Archeologia Classica dell’Università di Ferrara continua a indagare il tema dei confini: un filone di ricerca estremamente promettente per la comprensione dei processi di definizione degli spazi socio-economici e culturali in epoca antica, ma anche in una prospettiva interpretativa che vede le aree liminali come sistemi aperti, di passaggio e quindi di contatto tra realtà diverse. Da qui l’idea del titolo Incontrarsi al limite per indagare contatti avvenuti in luoghi essenzialmente fluidi che portano allo sviluppo di relazioni nuove e inedite e quindi di ibridazioni, temi questi di cui ci stiamo occupando da diversi anni. Allo stesso tempo, desideravamo riprendere la riflessione sullo sviluppo della cultura corinzia nel Mediterraneo occidentale, facendo seguito in particolar modo alla giornata di studi “L’Isthme de Corinthe: cités, économies, espaces sacrés” organizzata da Cecilia D’Ercole e Adrian Robu a Parigi nel 2015. Questa lettura critica dello spazio di espansione e di commercio della città istmica ci è infatti sembrata da subito la chiave interpretativa giusta per occuparci di un contesto meno definito sotto l’aspetto coloniale, soprattutto in età arcaica e classica, quale l’Adriatico, che rappresenta di per sé un’area di frontiera rispetto al mondo greco.
Incontrarsi al limite : Ibridazioni mediterranee nell’Italia preromana tra Tirreno e Adriatico
Dubbini R.
Co-primo
2020
Abstract
La cattedra di Archeologia Classica dell’Università di Ferrara continua a indagare il tema dei confini: un filone di ricerca estremamente promettente per la comprensione dei processi di definizione degli spazi socio-economici e culturali in epoca antica, ma anche in una prospettiva interpretativa che vede le aree liminali come sistemi aperti, di passaggio e quindi di contatto tra realtà diverse. Da qui l’idea del titolo Incontrarsi al limite per indagare contatti avvenuti in luoghi essenzialmente fluidi che portano allo sviluppo di relazioni nuove e inedite e quindi di ibridazioni, temi questi di cui ci stiamo occupando da diversi anni. Allo stesso tempo, desideravamo riprendere la riflessione sullo sviluppo della cultura corinzia nel Mediterraneo occidentale, facendo seguito in particolar modo alla giornata di studi “L’Isthme de Corinthe: cités, économies, espaces sacrés” organizzata da Cecilia D’Ercole e Adrian Robu a Parigi nel 2015. Questa lettura critica dello spazio di espansione e di commercio della città istmica ci è infatti sembrata da subito la chiave interpretativa giusta per occuparci di un contesto meno definito sotto l’aspetto coloniale, soprattutto in età arcaica e classica, quale l’Adriatico, che rappresenta di per sé un’area di frontiera rispetto al mondo greco.File | Dimensione | Formato | |
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