La verifica sull’attualità dei sistemi teorici introdotti da Vitruvio nel suo De Architettura nel progetto contemporaneo, mi permettono di formulare alcune riflessioni su scenari di ricerca del progetto di architettura e proporre un sistema di orientamento, all’interno delle varie direzioni del dibattito architettonico. Riflessioni, quelle che seguiranno, presenti nel testo Vitruviano, che si rifanno al rapporto tra teoria e prassi, che individuano nella formazione dell’architetto una relazione con altre discipline, ma che si devono rapportare e agire all’interno dello spazio contemporaneo considerato come scenario complesso e poliedrico, aperto al potenziale catalizzatore di nuove idee, a proposte strategiche e azioni progettuali capaci di muoversi a differenti scale e su differenti contesti, che trovano nella circolarità il proprio riferimento culturale. Il testo di Vitruvio è giunto a noi come “principio metastorico di stabilizzazione” (Fulvio Irace, Dimenticare Vitruvio, Il Libraccio, Milano, 2008, p.12) rispetto ad un panorama architettonico contemporaneo assolutamente eterogeneo e autoreferenziale, di esaltazione delle differenze, e come sistema di riferimento per il progetto di architettura basato su un riferimento costruttivo che a sua volta si rifà a principi “universali”. proprio su questo punto, cioé, sulla definizione del materiale dell'architettura che vorrei soffermarmi nelle considerazioni che seguiranno. il Moderno aveva modellato oggetti che si definivano attraverso le loro masse, l’organizzazione dei pieni e dei vuoti, il sistema costruttivo e l’organizzazione funzionale, fondando su queste grammatiche compositive l’orgoglio della permanenza e la sfida al tempo, il post moderno ha proposto oggetti singoli basati su linguaggi del tutto personali, autoreferenziali, oggi concepiamo ibridi urbani, condensatori sociali in cui si intrecciano le molteplici storie e valori, sia quelle/i proprie del luogo e della sue preesistenze sia quelle/i del vivere contemporaneo, riunito in comunità che lo occupa. L'architettura oggi, abbandona la dimensione dell'immutabile per evolvere in sostanza dinamica: espressioni come temporaneità , transitorietà, contenitore generico, mutabilità  nel tempo, interscambiabilità  delle parti sono ormai chiamati ad essere elementi identitari di molti edifici che sono orientati a recepire le rapide mutazioni delle modalità  fruitive e dei sistemi sociali. In questo scenario i principi universali che Vitruvio propone per il progetto di architettura sono difficilmente applicabili, così come la risposta alla domanda di spazi per la società  che è oggi profondamente differente rispetto al passato. Ritengo fondamentale stabilire, quindi, un dialogo inedito con la storia per fissare nuovi racconti condivisi. L'architettura contemporanea diviene allora, sempre più frequentemente, un progetto ibrido, circolare, qui inteso come l'insieme di teorie, leggi e strumenti che definiscono un insieme strutturato di azioni con una base teorica comune, che si attua attraverso una moltitudine di differenti linguaggi, che dialoga direttamente con i caratteri fisici e relazionali del luogo, ed è sempre più frequentemente un progetto interstiziale, di mediazione e legame fra contesti differenti.

Incontri: Alessandro Gaiani

alessandro gaiani
2020

Abstract

La verifica sull’attualità dei sistemi teorici introdotti da Vitruvio nel suo De Architettura nel progetto contemporaneo, mi permettono di formulare alcune riflessioni su scenari di ricerca del progetto di architettura e proporre un sistema di orientamento, all’interno delle varie direzioni del dibattito architettonico. Riflessioni, quelle che seguiranno, presenti nel testo Vitruviano, che si rifanno al rapporto tra teoria e prassi, che individuano nella formazione dell’architetto una relazione con altre discipline, ma che si devono rapportare e agire all’interno dello spazio contemporaneo considerato come scenario complesso e poliedrico, aperto al potenziale catalizzatore di nuove idee, a proposte strategiche e azioni progettuali capaci di muoversi a differenti scale e su differenti contesti, che trovano nella circolarità il proprio riferimento culturale. Il testo di Vitruvio è giunto a noi come “principio metastorico di stabilizzazione” (Fulvio Irace, Dimenticare Vitruvio, Il Libraccio, Milano, 2008, p.12) rispetto ad un panorama architettonico contemporaneo assolutamente eterogeneo e autoreferenziale, di esaltazione delle differenze, e come sistema di riferimento per il progetto di architettura basato su un riferimento costruttivo che a sua volta si rifà a principi “universali”. proprio su questo punto, cioé, sulla definizione del materiale dell'architettura che vorrei soffermarmi nelle considerazioni che seguiranno. il Moderno aveva modellato oggetti che si definivano attraverso le loro masse, l’organizzazione dei pieni e dei vuoti, il sistema costruttivo e l’organizzazione funzionale, fondando su queste grammatiche compositive l’orgoglio della permanenza e la sfida al tempo, il post moderno ha proposto oggetti singoli basati su linguaggi del tutto personali, autoreferenziali, oggi concepiamo ibridi urbani, condensatori sociali in cui si intrecciano le molteplici storie e valori, sia quelle/i proprie del luogo e della sue preesistenze sia quelle/i del vivere contemporaneo, riunito in comunità che lo occupa. L'architettura oggi, abbandona la dimensione dell'immutabile per evolvere in sostanza dinamica: espressioni come temporaneità , transitorietà, contenitore generico, mutabilità  nel tempo, interscambiabilità  delle parti sono ormai chiamati ad essere elementi identitari di molti edifici che sono orientati a recepire le rapide mutazioni delle modalità  fruitive e dei sistemi sociali. In questo scenario i principi universali che Vitruvio propone per il progetto di architettura sono difficilmente applicabili, così come la risposta alla domanda di spazi per la società  che è oggi profondamente differente rispetto al passato. Ritengo fondamentale stabilire, quindi, un dialogo inedito con la storia per fissare nuovi racconti condivisi. L'architettura contemporanea diviene allora, sempre più frequentemente, un progetto ibrido, circolare, qui inteso come l'insieme di teorie, leggi e strumenti che definiscono un insieme strutturato di azioni con una base teorica comune, che si attua attraverso una moltitudine di differenti linguaggi, che dialoga direttamente con i caratteri fisici e relazionali del luogo, ed è sempre più frequentemente un progetto interstiziale, di mediazione e legame fra contesti differenti.
2020
Vitruvio, ibrido, sistema circolare, mutazione sostenibile, progetto architettura
9788869956881
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/2420426
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