Allontanarci dalla corposità e stereometricità dell’architettura così come affrontato in Involucri in cotto per avvicinarci al piano orizzontale e al tema delle superfici pavimentali equivale a mettere in evidenza un diverso rifluire della materia. Sin dalle origini, il pavimento – anche quando è ancora una semplice stuoia, un tappeto disegnato, o già un ricercato “battuto di cotto” impreziosito da scaglie litiche – rappresenta lo strato materico che separa, lungo la linea orizzontale, il naturale dall’artificiale; elemento architettonico di natura composita suddivisibile in strato apparente (la superficie ottica in quanto visibile e, allo stesso tempo, superficie funzionale in quanto calpestabile) e sub strato (la parte solida, massiva, portante, ma obliterata).Nell’atto di separazione al quale è chiamato, il pavimento – in particolare il suo sub strato – deve opporsi alla forza viva della nuda terra per evitare che quest’ultima imponga le leggi della sua costante e ciclica rigogliosità rigenerativa fatta di erbe e arbusti affioranti, di spinte e sommovimenti del suolo, di trasmissione verso l’alto di umidità e di sali ecc. Affinché si crei un pavimento “salubre”, “efficiente”, “duraturo”, il suolo deve essere bonificato, solidificato, artificializzato, reso portante, facendo affidamento, in particolare, sul sub strato, in genere composto da una “stratificazione materica” di significativo spessore; con tale sottostruttura – posta a frenare la natura “spingente” dal basso – siamo, chiaramente, nella parte sommersa inaccessibile alla vista, destinata a risolvere il problema tecnico.

Rosse scritture pavimentali [Red flooring scriptures]

Acocella Alfonso
2020

Abstract

Allontanarci dalla corposità e stereometricità dell’architettura così come affrontato in Involucri in cotto per avvicinarci al piano orizzontale e al tema delle superfici pavimentali equivale a mettere in evidenza un diverso rifluire della materia. Sin dalle origini, il pavimento – anche quando è ancora una semplice stuoia, un tappeto disegnato, o già un ricercato “battuto di cotto” impreziosito da scaglie litiche – rappresenta lo strato materico che separa, lungo la linea orizzontale, il naturale dall’artificiale; elemento architettonico di natura composita suddivisibile in strato apparente (la superficie ottica in quanto visibile e, allo stesso tempo, superficie funzionale in quanto calpestabile) e sub strato (la parte solida, massiva, portante, ma obliterata).Nell’atto di separazione al quale è chiamato, il pavimento – in particolare il suo sub strato – deve opporsi alla forza viva della nuda terra per evitare che quest’ultima imponga le leggi della sua costante e ciclica rigogliosità rigenerativa fatta di erbe e arbusti affioranti, di spinte e sommovimenti del suolo, di trasmissione verso l’alto di umidità e di sali ecc. Affinché si crei un pavimento “salubre”, “efficiente”, “duraturo”, il suolo deve essere bonificato, solidificato, artificializzato, reso portante, facendo affidamento, in particolare, sul sub strato, in genere composto da una “stratificazione materica” di significativo spessore; con tale sottostruttura – posta a frenare la natura “spingente” dal basso – siamo, chiaramente, nella parte sommersa inaccessibile alla vista, destinata a risolvere il problema tecnico.
2020
9788885885035
laterizio, stile laterizio, architettura, cultura, mattoni, pavimentazioni
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