Cercherò dimostrare la tesi secondo la quale l’influenza che gli scritti di Marx dedicati ai diritti esercitano nel Novecento, più che essere determinata dall’effetto deflagrante che essa stessa produce a danno dell’idea di diritti umani in quanto tali, è, in realtà, dovuta alla natura dei diritti umani medesimi, che rappresentano una sorta di santuario etico accessibile solo all’individuo e racchiuso in una sfera totalmente avulsa dal “politico”. Marx profetizza che i diritti polverizzeranno la sfera politica: sarebbe un’operazione del tutto vana cercare di affermare la loro ovvia capacità relazionale e interpersonale per salvaguardare il nucleo, frutto della Rivoluzione del 1789, del significato originario di democrazia, ossia la fede nel governare se stessi. È in questo senso che, dopo le promulgazioni delle Costituzioni del Novecento, al “paradosso della democrazia” viene ad aggiungersene un altro, che Marx, ancora una volta profeticamente, individua nella Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico: il “paradosso del costituzionalismo”. La democrazia costituzionale, ridotta ad una tecnica normativa posta a garanzia di una sfera dell’indecidibile, perde la capacità di autogovernarsi secondo una forma radicalmente repubblicana. Questo santuario di diritti individuali, immune dai meccanismi deliberativi democratici e sorvegliato da élites giurisdizionali, eufemisticamente e pomposamente indicate come le “Corti dei diritti”, si trova al centro di un processo di continua espansione di insaziabili esigenze individuali; così, viene meno il reale primato della volontà politica partecipativo-deliberativa collettiva. È solo attraverso questa modalità giuridica di svuotamento della sovranità popolare e di separazione dello Stato rappresentativo dalla società civile che i rapporti interpersonali assumono le sembianze della finzione contrattuale tra libere persone giuridiche, ossia fra individui in condizioni di parità e di libertà reciproche: «se dunque la forma economica, lo scambio, pone da tutti i lati l’uguaglianza dei soggetti, il contenuto che spinge allo scambio, pone la loro libertà»

I diritti: oppio dei popoli? Marx e l'analisi critica dei diritti liberali

Maestri, E.
2019

Abstract

Cercherò dimostrare la tesi secondo la quale l’influenza che gli scritti di Marx dedicati ai diritti esercitano nel Novecento, più che essere determinata dall’effetto deflagrante che essa stessa produce a danno dell’idea di diritti umani in quanto tali, è, in realtà, dovuta alla natura dei diritti umani medesimi, che rappresentano una sorta di santuario etico accessibile solo all’individuo e racchiuso in una sfera totalmente avulsa dal “politico”. Marx profetizza che i diritti polverizzeranno la sfera politica: sarebbe un’operazione del tutto vana cercare di affermare la loro ovvia capacità relazionale e interpersonale per salvaguardare il nucleo, frutto della Rivoluzione del 1789, del significato originario di democrazia, ossia la fede nel governare se stessi. È in questo senso che, dopo le promulgazioni delle Costituzioni del Novecento, al “paradosso della democrazia” viene ad aggiungersene un altro, che Marx, ancora una volta profeticamente, individua nella Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico: il “paradosso del costituzionalismo”. La democrazia costituzionale, ridotta ad una tecnica normativa posta a garanzia di una sfera dell’indecidibile, perde la capacità di autogovernarsi secondo una forma radicalmente repubblicana. Questo santuario di diritti individuali, immune dai meccanismi deliberativi democratici e sorvegliato da élites giurisdizionali, eufemisticamente e pomposamente indicate come le “Corti dei diritti”, si trova al centro di un processo di continua espansione di insaziabili esigenze individuali; così, viene meno il reale primato della volontà politica partecipativo-deliberativa collettiva. È solo attraverso questa modalità giuridica di svuotamento della sovranità popolare e di separazione dello Stato rappresentativo dalla società civile che i rapporti interpersonali assumono le sembianze della finzione contrattuale tra libere persone giuridiche, ossia fra individui in condizioni di parità e di libertà reciproche: «se dunque la forma economica, lo scambio, pone da tutti i lati l’uguaglianza dei soggetti, il contenuto che spinge allo scambio, pone la loro libertà»
2019
978-84-9123-518-7
978-84-9123-519-4
Diritti umani, costituzionalismo, Marx, pensiero critico, liberalismo
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