Neuroscienze e capacità di intendere e volere: un percorso giurisprudenziale

Tra i molteplici ambiti di utilizzo processuale delle prove neuroscientifiche, spicca per importanza e frequenza statistica l’impiego nel giudizio di imputabilità. A dieci anni dal leading case definito dalla Corte d’assise d’appello di Trieste, il susseguirsi di un congruo numero di procedimenti contrassegnati dall’uso difensivo delle prove in questione a sostegno della richiesta di applicazione del vizio (totale o parziale) di mente consente di tracciare un primo bilancio dei relativi orientamenti decisionali. A fronte della sostanziale unanimità sull’ammissibilità delle prove medesime, maggiori oscillazioni si riscontrano in merito alla loro affidabilità epistemologica, valutata al metro del grado di condivisione dei relativi assunti nell’ambito della comunità scientifica di riferimento. Notevoli aperture sul punto si registrano nella più recente sentenza di legittimità in materia.