Introduzione. Lo sbadiglio perinatale ed infantile è stato oggetto negli ultimi decenni di un crescente interesse per il suo possibile impiego nel campo della valutazione neurocomportamentale (Kurjak et al., 2011) e per le sue implicazioni teoriche. In ragione della molteplicità di condizioni e processi che ne modulano l'espressione, è stato infatti utilizzato per indagare una vasta gamma di fenomeni legati all'omeostasi e alla termoregolazione cerebrale (Gallup & Gallup Jr., 2008), al mirroring motorio (Provine, 2014), alla propriocezione (Walusinski, 2006), all'empatia e ai comportamenti prosociali (Franzen, Mader e Winter, 2018) e alla comunicazione (Meerloo, 1955). Il presente studio ha l'obiettivo di testare la possibile modulazione dello sbadiglio e di un altro comportamento autoregolatorio - i movimenti della mano verso volto, testa o bocca (Als, Lester, Tronick, Brazelton,1982) - in un gruppo di lattanti di tre mesi nel corso delle procedure previste dal paradigma sperimentale dello Still-Face. Metodo. Due osservatori indipendenti hanno utilizzato il System for Coding Perinatal Behavior (SCPB; Dondi, Menin and Oster, in pubblicazione) per identificare gli sbadigli e i movimenti della mano esibiti da 89 lattanti (45 maschi) di circa tre mesi (M = 95.39 giorni, DS = 7.34) nel corso delle fasi del paradigma: una di interazione faccia-a-faccia tra madre e bambino (2 min.), una seconda in cui la madre interrompe l'interazione assumendo un'espressione neutra (1 min.) e una terza in cui riprende l'interazione faccia-a-faccia (2 min). Regressioni gerarchiche sono state impiegate per testare la modulazione dei comportamenti indagati. La path analysis ha inoltre indagate eventuali dinamiche di facilitazione, inibizione o covarianza. Risultati. Le regressioni hanno evidenziato un effetto still-face sia per lo sbadiglio che per i movimenti della mano, mettendo in luce una frequenza di sbadigli maggiore nelle femmine, mentre nessuna differenza di genere è emersa per i movimenti della mano. Dalla path analysis, è emersa una relazione positiva tra le frequenze di movimenti della mano attraverso le tre fasi della procedura; e una relazione negativa tra quelle degli sbadigli. Conclusioni. I risultati confermano la sensibilità degli indici comportamentali considerati nel rilevare le sottili variazioni legate alla violazione delle aspettative comunicative nel paradigma Still-Face, a tre mesi di età, estendendo le evidenze dello still face effect a comportamenti raramente indagati in questo contesto. La maggiore frequenza di sbadigli evidenziata per le femmine potrebbe essere riconducibile al fenomeno della mini-pubertà (Tomlinson et al., 2004;), che raggiunge la massima espressione proprio intorno ai tre mesi, quando si assiste a una precoce differenziazione nei livelli ormonali per genere. Anche la minore coerenza evidenziata dallo sbadiglio rispetto ai movimenti della mano attraverso le fasi della procedura è in linea con una lettura che associa questo comportamento a diversi processi di modulazione che coesistono e interagiscono tra loro.

Lo sbadiglio nell’interazione madre-bambino: evidenze dallo Still-Face Paradigm

Menin D
Primo
Conceptualization
;
Dondi M
Secondo
Conceptualization
;
2019

Abstract

Introduzione. Lo sbadiglio perinatale ed infantile è stato oggetto negli ultimi decenni di un crescente interesse per il suo possibile impiego nel campo della valutazione neurocomportamentale (Kurjak et al., 2011) e per le sue implicazioni teoriche. In ragione della molteplicità di condizioni e processi che ne modulano l'espressione, è stato infatti utilizzato per indagare una vasta gamma di fenomeni legati all'omeostasi e alla termoregolazione cerebrale (Gallup & Gallup Jr., 2008), al mirroring motorio (Provine, 2014), alla propriocezione (Walusinski, 2006), all'empatia e ai comportamenti prosociali (Franzen, Mader e Winter, 2018) e alla comunicazione (Meerloo, 1955). Il presente studio ha l'obiettivo di testare la possibile modulazione dello sbadiglio e di un altro comportamento autoregolatorio - i movimenti della mano verso volto, testa o bocca (Als, Lester, Tronick, Brazelton,1982) - in un gruppo di lattanti di tre mesi nel corso delle procedure previste dal paradigma sperimentale dello Still-Face. Metodo. Due osservatori indipendenti hanno utilizzato il System for Coding Perinatal Behavior (SCPB; Dondi, Menin and Oster, in pubblicazione) per identificare gli sbadigli e i movimenti della mano esibiti da 89 lattanti (45 maschi) di circa tre mesi (M = 95.39 giorni, DS = 7.34) nel corso delle fasi del paradigma: una di interazione faccia-a-faccia tra madre e bambino (2 min.), una seconda in cui la madre interrompe l'interazione assumendo un'espressione neutra (1 min.) e una terza in cui riprende l'interazione faccia-a-faccia (2 min). Regressioni gerarchiche sono state impiegate per testare la modulazione dei comportamenti indagati. La path analysis ha inoltre indagate eventuali dinamiche di facilitazione, inibizione o covarianza. Risultati. Le regressioni hanno evidenziato un effetto still-face sia per lo sbadiglio che per i movimenti della mano, mettendo in luce una frequenza di sbadigli maggiore nelle femmine, mentre nessuna differenza di genere è emersa per i movimenti della mano. Dalla path analysis, è emersa una relazione positiva tra le frequenze di movimenti della mano attraverso le tre fasi della procedura; e una relazione negativa tra quelle degli sbadigli. Conclusioni. I risultati confermano la sensibilità degli indici comportamentali considerati nel rilevare le sottili variazioni legate alla violazione delle aspettative comunicative nel paradigma Still-Face, a tre mesi di età, estendendo le evidenze dello still face effect a comportamenti raramente indagati in questo contesto. La maggiore frequenza di sbadigli evidenziata per le femmine potrebbe essere riconducibile al fenomeno della mini-pubertà (Tomlinson et al., 2004;), che raggiunge la massima espressione proprio intorno ai tre mesi, quando si assiste a una precoce differenziazione nei livelli ormonali per genere. Anche la minore coerenza evidenziata dallo sbadiglio rispetto ai movimenti della mano attraverso le fasi della procedura è in linea con una lettura che associa questo comportamento a diversi processi di modulazione che coesistono e interagiscono tra loro.
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