L’interazione diadica precoce è il contesto che consente al bambino di spendere al meglio le proprie abilità attuali e promuoverne lo sviluppo. Diversi domini psicologici entrano in questo processo: comunicativo, dati gli scambi di espressioni e affetti negli episodi di attenzione mutua; cognitivo, per la formazione delle aspettative prodotte dalla ripetizione dell’esperienza e dalle sue perturbazioni; regolatorio, dato l’utilizzo di strategie dirette a modulare l’attivazione emozionale suscitata dal coinvolgimento interattivo. La complessità e ricchezza del funzionamento psicologico in tale contesto giustifica l’abbondanza di studi sull’argomento e il perdurare del suo interesse. Il simposio nasce da questo riconoscimento. Riunisce gruppi di ricerca storicamente interessati ai comportamenti individuali e interattivi in età precoce, proponendo contributi che indagano aspetti noti dell’argomento alla luce di interessi nuovi. Filippa e coll. e Spinelli e coll. partono dalla visione della prosodia come componente del linguaggio a funzione emotiva e non solo morfosintattica. Entrambi i contributi indagano l’utilizzo della voce materna nell’interazione con il bambino, analizzando parametri prosodici che risultano specialmente sintonizzati con gli stati di condivisione attentiva e affettiva. Il primo contributo rileva tale qualità nell’interazione della madre con il neonato prematuro, mostrando la sua efficacia nell’elicitare la risposta positiva del bambino; il secondo la rileva nell’interazione a 3 mesi di età del bambino, individuando la coerenza della sua produzione con altri indici comunicativi e interattivi. A seguire, Dondi e coll. e di Menin e coll. indagano l’interazione diadica a 3 mesi nella condizione di perturbazione provocata dal paradigma Still-face. Entrambi rilevano i comportamenti del bambino in modo più analitico rispetto alle classificazioni canoniche e ne individuano di nuovi. Il primo contributo, applicando un sistema di rilevazione microanalitica del comportamento facciale, è in grado di identificare le molteplici tipologie di risposta che modulano l’attivazione emotiva del bambino nelle diverse fasi del paradigma. Il secondo, utilizzando un sistema di lettura comportamentale altrettanto analitico, scopre modalità di risposta al distress che, per la loro novità come possibili strategie regolatorie, meritano di essere ulteriormente indagate. Infine Alvari e coll. avanzano ulteriormente nella lettura obiettiva dei comportamenti infantili allo scopo di rilevare quelli precoci in bambini con diagnosi ASD. Utilizzando la metodologia Home Video, ben nota in questo campo, applica ai dati un sistema di rilevazione automatica dei movimenti facciali prodotti dal bambino nelle interazioni positive con il genitore nel secondo semestre di vita, individuando difformità nella qualità e quantità di sorrisi nel gruppo di bambini con diagnosi rispetto al gruppo di controllo, che possono funzionare da indicatori precoci del disturbo.

L’interazione diadica precoce normale e perturbata in condizioni tipiche e di rischio: indagini nuove su aspetti noti

AURELI T
Primo
Conceptualization
;
DONDI M
Secondo
Conceptualization
2019

Abstract

L’interazione diadica precoce è il contesto che consente al bambino di spendere al meglio le proprie abilità attuali e promuoverne lo sviluppo. Diversi domini psicologici entrano in questo processo: comunicativo, dati gli scambi di espressioni e affetti negli episodi di attenzione mutua; cognitivo, per la formazione delle aspettative prodotte dalla ripetizione dell’esperienza e dalle sue perturbazioni; regolatorio, dato l’utilizzo di strategie dirette a modulare l’attivazione emozionale suscitata dal coinvolgimento interattivo. La complessità e ricchezza del funzionamento psicologico in tale contesto giustifica l’abbondanza di studi sull’argomento e il perdurare del suo interesse. Il simposio nasce da questo riconoscimento. Riunisce gruppi di ricerca storicamente interessati ai comportamenti individuali e interattivi in età precoce, proponendo contributi che indagano aspetti noti dell’argomento alla luce di interessi nuovi. Filippa e coll. e Spinelli e coll. partono dalla visione della prosodia come componente del linguaggio a funzione emotiva e non solo morfosintattica. Entrambi i contributi indagano l’utilizzo della voce materna nell’interazione con il bambino, analizzando parametri prosodici che risultano specialmente sintonizzati con gli stati di condivisione attentiva e affettiva. Il primo contributo rileva tale qualità nell’interazione della madre con il neonato prematuro, mostrando la sua efficacia nell’elicitare la risposta positiva del bambino; il secondo la rileva nell’interazione a 3 mesi di età del bambino, individuando la coerenza della sua produzione con altri indici comunicativi e interattivi. A seguire, Dondi e coll. e di Menin e coll. indagano l’interazione diadica a 3 mesi nella condizione di perturbazione provocata dal paradigma Still-face. Entrambi rilevano i comportamenti del bambino in modo più analitico rispetto alle classificazioni canoniche e ne individuano di nuovi. Il primo contributo, applicando un sistema di rilevazione microanalitica del comportamento facciale, è in grado di identificare le molteplici tipologie di risposta che modulano l’attivazione emotiva del bambino nelle diverse fasi del paradigma. Il secondo, utilizzando un sistema di lettura comportamentale altrettanto analitico, scopre modalità di risposta al distress che, per la loro novità come possibili strategie regolatorie, meritano di essere ulteriormente indagate. Infine Alvari e coll. avanzano ulteriormente nella lettura obiettiva dei comportamenti infantili allo scopo di rilevare quelli precoci in bambini con diagnosi ASD. Utilizzando la metodologia Home Video, ben nota in questo campo, applica ai dati un sistema di rilevazione automatica dei movimenti facciali prodotti dal bambino nelle interazioni positive con il genitore nel secondo semestre di vita, individuando difformità nella qualità e quantità di sorrisi nel gruppo di bambini con diagnosi rispetto al gruppo di controllo, che possono funzionare da indicatori precoci del disturbo.
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