Oggi gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico globale e del 36% delle emissioni di CO2 nell’Unione Europea (Commissione europea [CE], 2014). Comparando le prestazioni degli edifici di nuova costruzione con quelli esistenti, si evince che i primi generalmente consumano meno di 3-5 l di olio combustibile per metro quadrato di superficie all’anno, mentre gli edifici esistenti ne consumano in media circa 25 l (CE, 2014). L’interesse verso il patrimonio edilizio esistente è quindi prioritario, in quanto rappresenta sicuramente il più alto potenziale di risparmio energetico e riduzione delle emissioni di gas serra. Questo dato è dimostrato anche dal fatto che, oltre il 70% degli edifici esistenti del continente, sono stati costruiti tra gli anni ‘50 e gli anni ‘70, in un periodo di totale assenza di ogni regolamentazione specifica riguardante le prestazioni energetiche degli edifici. In quest’ambito il settore residenziale è il più importante, a livello numerico, da riqualificare in quanto rappresenta il 75% del consumo totale di energia. In Italia, ad esempio, risulta che il 70% degli edifici plurifamiliari esistenti (circa 6 milioni di condomini) è stato costruito ante la prima norma sull’efficienza energetica nell’edilizia e che pertanto oggi non solo è molto energivoro ma non è più in grado di rispondere alle nuove domande di mercato e ai nuovi standard prestazionali. È quindi fondamentale istituire una politica di azione congiunta tra tutti gli Stati membri verso il rinnovamento dello stock esistente in modo da aumentarne la prestazioni energetiche nel lungo periodo attraverso il miglioramento del sistema tecnologico -edificio-impianto- considerando come parte rilevante un up-grade delle performance dell’involucro edilizio come anche l’incentivazione all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

Verso la deep renovation. Approccio e strategie di riqualificazione energetica del patrimonio residenziale pubblico

Emanuele Piaia
2019

Abstract

Oggi gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico globale e del 36% delle emissioni di CO2 nell’Unione Europea (Commissione europea [CE], 2014). Comparando le prestazioni degli edifici di nuova costruzione con quelli esistenti, si evince che i primi generalmente consumano meno di 3-5 l di olio combustibile per metro quadrato di superficie all’anno, mentre gli edifici esistenti ne consumano in media circa 25 l (CE, 2014). L’interesse verso il patrimonio edilizio esistente è quindi prioritario, in quanto rappresenta sicuramente il più alto potenziale di risparmio energetico e riduzione delle emissioni di gas serra. Questo dato è dimostrato anche dal fatto che, oltre il 70% degli edifici esistenti del continente, sono stati costruiti tra gli anni ‘50 e gli anni ‘70, in un periodo di totale assenza di ogni regolamentazione specifica riguardante le prestazioni energetiche degli edifici. In quest’ambito il settore residenziale è il più importante, a livello numerico, da riqualificare in quanto rappresenta il 75% del consumo totale di energia. In Italia, ad esempio, risulta che il 70% degli edifici plurifamiliari esistenti (circa 6 milioni di condomini) è stato costruito ante la prima norma sull’efficienza energetica nell’edilizia e che pertanto oggi non solo è molto energivoro ma non è più in grado di rispondere alle nuove domande di mercato e ai nuovi standard prestazionali. È quindi fondamentale istituire una politica di azione congiunta tra tutti gli Stati membri verso il rinnovamento dello stock esistente in modo da aumentarne la prestazioni energetiche nel lungo periodo attraverso il miglioramento del sistema tecnologico -edificio-impianto- considerando come parte rilevante un up-grade delle performance dell’involucro edilizio come anche l’incentivazione all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
2019
978-88-99897-01-7
efficenza energetica, riqualificazione, patrimonio residenziale pubblico
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