Contrariamente a quanto vorrebbe la tradizione storiografica facente capo a Ian Bent, per il contrappunto del Settecento non è possibile tracciare un netto confine 'confessionale' (mondo cattolico vs. mondo protestante) tra la concezione modale (Fux, Martini) e quella tonale (Bach 'ramizzato' da Kirnberger). L'analisi di alcune composizioni giovanili di Mozart, e in particolare l'analisi contrastiva di una fuga della prima 'missa longa' di Mozart e di una fuga bachiana (rispettivamente: il "Cum Sancto Spiritu" della "Weisenhaus-Messe" e l'"Et in terra pax" della Messa in Si minore), mostrano (al di là del giudizio di merito, ovviamente a favore del capolavoro di Bach) come già nel primo Mozart la tonalità agisca da fattore strutturante, laddove le cadenze interne a gradi diversi da primo e dal quinto rispondano ancora, in Bach, alla logica delle cadenze interne propria della polifonia rinascimentale.
La concezione dello spazio sonoro ai primordi del contrappunto mozartiano
Marco Mangani
2018
Abstract
Contrariamente a quanto vorrebbe la tradizione storiografica facente capo a Ian Bent, per il contrappunto del Settecento non è possibile tracciare un netto confine 'confessionale' (mondo cattolico vs. mondo protestante) tra la concezione modale (Fux, Martini) e quella tonale (Bach 'ramizzato' da Kirnberger). L'analisi di alcune composizioni giovanili di Mozart, e in particolare l'analisi contrastiva di una fuga della prima 'missa longa' di Mozart e di una fuga bachiana (rispettivamente: il "Cum Sancto Spiritu" della "Weisenhaus-Messe" e l'"Et in terra pax" della Messa in Si minore), mostrano (al di là del giudizio di merito, ovviamente a favore del capolavoro di Bach) come già nel primo Mozart la tonalità agisca da fattore strutturante, laddove le cadenze interne a gradi diversi da primo e dal quinto rispondano ancora, in Bach, alla logica delle cadenze interne propria della polifonia rinascimentale.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.