La letteratura corrente riconosce la causa degli effetti prodotti dalla crisi del capitalismo finanziario nella incapacità dello stesso capitalismo di darsi chiare forme di governance; reo, pertanto, di essersi letteralmente lasciato andare ad una condizione di programmatica deriva. Tale interpretazione di comodo nasconde intenzionalmente il vero protagonista della crisi, identificabile nel korpen, inteso dalla fenomenologia di Husserl come corpo istruito a comportarsi secondo una precettistica prestabilita, ovvero sulla base di automatismi di cui non ha piena contezza. Sulla base di questi presupposti, fondanti l’Ontologia sociale e la teoria della Realtà Sociale, la crisi del capitalismo finanziario è, al contrario, da imputare alla “diserzione” del corpo e al conseguente distacco rispetto al suo implicito mandato. In questo modo la crisi diventa il prodotto intenzionale di una soggettività che riprende progressivamente coscienza della propria complicità con il sistema, di cui non è solo parte integrante, ma ancor più fattore di moltiplicazione, ed esprime il proprio dissenso congedandosene. L’originalità della tesi dell’emergenza di un potere destituente, che riacquista consapevolezza del proprio ruolo attraverso il manifestarsi della crisi, viene elaborata nel testo.

Il paesaggio di rovine come forma del dissenso [The landscape of ruins as a “form” of dissension]

nicola marzot
2018

Abstract

La letteratura corrente riconosce la causa degli effetti prodotti dalla crisi del capitalismo finanziario nella incapacità dello stesso capitalismo di darsi chiare forme di governance; reo, pertanto, di essersi letteralmente lasciato andare ad una condizione di programmatica deriva. Tale interpretazione di comodo nasconde intenzionalmente il vero protagonista della crisi, identificabile nel korpen, inteso dalla fenomenologia di Husserl come corpo istruito a comportarsi secondo una precettistica prestabilita, ovvero sulla base di automatismi di cui non ha piena contezza. Sulla base di questi presupposti, fondanti l’Ontologia sociale e la teoria della Realtà Sociale, la crisi del capitalismo finanziario è, al contrario, da imputare alla “diserzione” del corpo e al conseguente distacco rispetto al suo implicito mandato. In questo modo la crisi diventa il prodotto intenzionale di una soggettività che riprende progressivamente coscienza della propria complicità con il sistema, di cui non è solo parte integrante, ma ancor più fattore di moltiplicazione, ed esprime il proprio dissenso congedandosene. L’originalità della tesi dell’emergenza di un potere destituente, che riacquista consapevolezza del proprio ruolo attraverso il manifestarsi della crisi, viene elaborata nel testo.
2018
Marzot, Nicola
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