Nel corso di questo lavoro intendo approfondire e discutere tre tesi ricorrentemente presenti nell’opera di Friedrich Dürrenmatt. Enuncio le tre tesi in modo da rendere chiaro, fin da principio, il focus della mia ricerca. Nei paragrafi che seguiranno, tenterò di addurre le argomentazioni poste a sostegno di esse. Dürrenmatt sostiene almeno tre tesi: (1) la paradossalità della giustizia umana; (2) la demistificazione dell’apparente nichilismo ateo; (3) la vocazione neutralizzante della contraddizione propria della giustizia divina. Riguardo alla prima tesi, ad avviso di Dürrenmatt, la giustizia ha natura paradossale; più precisamente, essa è connotata da un tipo di paradosso noto come paradosso della decisione. Ne consegue che la giustizia umana è un dilemma indecidibile, è auto-contraddittoria, ma non per questo è corretto predicarne l’assurdità o la riducibilità a una emozione o a un non-senso. Riguardo alla seconda tesi, la giustizia raccontata da Dürrenmatt non conferma l’opinione maggioritaria secondo la quale egli difenderebbe una fiera posizione nichilista atea. Nonostante si sia sempre professato ateo, la sua forma narrativa non è né nichilista né atea. Riguardo alla terza tesi, si è detto che la giustizia è un paradosso della decisione, che Quine definisce antinomico. Un paradosso di questo tipo può essere neutralizzato, o meglio, sciolto se, e solo se, si opera una revisione di una parte del nostro patrimonio concettuale. La terza tesi consiste nel dire, cioè, che la giustizia terrena perde il suo carattere contraddittorio se, e solo se, messa in connessione con la giustizia divina. La conclusione a cui cercherò di giungere è che, se si accettano le tre tesi sopra-enunciate, la giustizia è sì in panne, ma non in modo irreparabile.
La giustizia in panne. Giustizia e relatività nell’opera di Friedrich Dürrenmatt
Enrico Maestri
2018
Abstract
Nel corso di questo lavoro intendo approfondire e discutere tre tesi ricorrentemente presenti nell’opera di Friedrich Dürrenmatt. Enuncio le tre tesi in modo da rendere chiaro, fin da principio, il focus della mia ricerca. Nei paragrafi che seguiranno, tenterò di addurre le argomentazioni poste a sostegno di esse. Dürrenmatt sostiene almeno tre tesi: (1) la paradossalità della giustizia umana; (2) la demistificazione dell’apparente nichilismo ateo; (3) la vocazione neutralizzante della contraddizione propria della giustizia divina. Riguardo alla prima tesi, ad avviso di Dürrenmatt, la giustizia ha natura paradossale; più precisamente, essa è connotata da un tipo di paradosso noto come paradosso della decisione. Ne consegue che la giustizia umana è un dilemma indecidibile, è auto-contraddittoria, ma non per questo è corretto predicarne l’assurdità o la riducibilità a una emozione o a un non-senso. Riguardo alla seconda tesi, la giustizia raccontata da Dürrenmatt non conferma l’opinione maggioritaria secondo la quale egli difenderebbe una fiera posizione nichilista atea. Nonostante si sia sempre professato ateo, la sua forma narrativa non è né nichilista né atea. Riguardo alla terza tesi, si è detto che la giustizia è un paradosso della decisione, che Quine definisce antinomico. Un paradosso di questo tipo può essere neutralizzato, o meglio, sciolto se, e solo se, si opera una revisione di una parte del nostro patrimonio concettuale. La terza tesi consiste nel dire, cioè, che la giustizia terrena perde il suo carattere contraddittorio se, e solo se, messa in connessione con la giustizia divina. La conclusione a cui cercherò di giungere è che, se si accettano le tre tesi sopra-enunciate, la giustizia è sì in panne, ma non in modo irreparabile.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.