La vera peculiarità del settore dal punto di vista della tassazione – se si fa eccezione per alcuni operatori nella distribuzione e vendita – è la rigidità organizzativa tipica delle grandi strutture che vi operano, per di più con una filiera fortemente controllata dalla produzione alla lavorazione no alla movimentazione dei prodotti. In questo settore si vede bene quanto le rigidità dimensionali e organizzative, trascurate nella nostra definizione scale di impresa, siano rilevanti nei fatti per la tassazione dei redditi prodotti e di quelli erogati nonché dei consumi oggetto di imposte ad hoc (ad esempio, sulla benzina) che fanno perno sull’organizzazione aziendale del produttore-fornitore, e il cui successo dipende proprio dalla concentrazione dell’offerta presso pochi soggetti facilmente controllabili, che riforniscono un gran numero di utenti. Anche la domanda in questo settore è rigida e su beni indispensabili e omogenei (indipendentemente dalle fonti produttive), beni insomma per i quali anche aumentando la tassazione la domanda rimane stabile generando maggiori entrate. Tutti questi aspetti nel loro insieme rendono le imprese dell’Oil and Gas soggetti “ideali” per la tassazione il che si riflette non a caso sul piano tributario dove troviamo una composita trama di tributi, con imposte e addizionali dal gettito sicuro. A questi aspetti “oggettivi” negli ultimi anni si sono saldate, in funzione di gettito, anche istanze di “giustizia sociale” (ci riferiamo in particolare alla Robin Hood tax, ma non solo). Le aziende petrolifere e del gas sono percepite come soggetti con grande capacità patrimoniale, non partico- larmente amate dai consumatori e sono poco numerose. È uno dei rari casi in cui, invece di una agevolazione scale, ci troviamo davanti ad una penalizzazione di settore. In questo primo capitolo ci chiederemo allora se al di là degli appelli alla giustizia sociale sia legittima sul piano della coerenza e della razionalità del sistema tributario la diversificazione di tassazione in ragione del settore di impresa considerato. È un tema molto delicato perché non è facile declinare nei casi concreti il principio di uguaglianza tributaria.
La fiscalità delle imprese Oil and gas
francesco crovato
2018
Abstract
La vera peculiarità del settore dal punto di vista della tassazione – se si fa eccezione per alcuni operatori nella distribuzione e vendita – è la rigidità organizzativa tipica delle grandi strutture che vi operano, per di più con una filiera fortemente controllata dalla produzione alla lavorazione no alla movimentazione dei prodotti. In questo settore si vede bene quanto le rigidità dimensionali e organizzative, trascurate nella nostra definizione scale di impresa, siano rilevanti nei fatti per la tassazione dei redditi prodotti e di quelli erogati nonché dei consumi oggetto di imposte ad hoc (ad esempio, sulla benzina) che fanno perno sull’organizzazione aziendale del produttore-fornitore, e il cui successo dipende proprio dalla concentrazione dell’offerta presso pochi soggetti facilmente controllabili, che riforniscono un gran numero di utenti. Anche la domanda in questo settore è rigida e su beni indispensabili e omogenei (indipendentemente dalle fonti produttive), beni insomma per i quali anche aumentando la tassazione la domanda rimane stabile generando maggiori entrate. Tutti questi aspetti nel loro insieme rendono le imprese dell’Oil and Gas soggetti “ideali” per la tassazione il che si riflette non a caso sul piano tributario dove troviamo una composita trama di tributi, con imposte e addizionali dal gettito sicuro. A questi aspetti “oggettivi” negli ultimi anni si sono saldate, in funzione di gettito, anche istanze di “giustizia sociale” (ci riferiamo in particolare alla Robin Hood tax, ma non solo). Le aziende petrolifere e del gas sono percepite come soggetti con grande capacità patrimoniale, non partico- larmente amate dai consumatori e sono poco numerose. È uno dei rari casi in cui, invece di una agevolazione scale, ci troviamo davanti ad una penalizzazione di settore. In questo primo capitolo ci chiederemo allora se al di là degli appelli alla giustizia sociale sia legittima sul piano della coerenza e della razionalità del sistema tributario la diversificazione di tassazione in ragione del settore di impresa considerato. È un tema molto delicato perché non è facile declinare nei casi concreti il principio di uguaglianza tributaria.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.