Nel caso del secentesco dipinto “Giuditta e Oloferne”, ritrovato a Ferrara e attribuito ad Artemisia Gentileschi, l’esistenza di un identico dipinto, ma mancante dei due volti, attribuito viceversa al padre Orazio, ha suggerito la ricerca di elementi utili a ricostruire la storia dell’opera. Le tecniche fisiche non invasive per immagini, quali la fotografia in luce radente, in luce riflessa specularmente, la fluorescenza UV, la riflettografia IR e la radiografia, hanno evidenziato aspetti importanti relativi agli interventi che si sono succeduti nel tempo. I risultati della XRF hanno, inoltre, permesso di ricostruire quasi interamente la tavolozza pittorica impiegata dall’artista e i materiali di restauro.
“Giuditta e Oloferne”: le tecniche fisiche indagano la storia esecutiva di un dipinto per vagliarne l’attribuzione ad Artemisia Gentileschi
BRUNO, Simone;Anna ImpallariaPrimo
;Ferruccio Petrucci;Flavia Tisato
2017
Abstract
Nel caso del secentesco dipinto “Giuditta e Oloferne”, ritrovato a Ferrara e attribuito ad Artemisia Gentileschi, l’esistenza di un identico dipinto, ma mancante dei due volti, attribuito viceversa al padre Orazio, ha suggerito la ricerca di elementi utili a ricostruire la storia dell’opera. Le tecniche fisiche non invasive per immagini, quali la fotografia in luce radente, in luce riflessa specularmente, la fluorescenza UV, la riflettografia IR e la radiografia, hanno evidenziato aspetti importanti relativi agli interventi che si sono succeduti nel tempo. I risultati della XRF hanno, inoltre, permesso di ricostruire quasi interamente la tavolozza pittorica impiegata dall’artista e i materiali di restauro.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.