Danno ingiusto e 'governo' della società fra distinzioni e unità valoriale del sistema

Il saggio ricostruisce ideologie e valori sottesi al sistema della responsabilità civile nei codici ottocenteschi incentrati sull’assolutezza del principio ‘nessuna responsabilità senza colpa’. Attraverso l’analisi delle distinzioni, delle finzioni e delle contraddizioni generate dall’interpretazione formale di tale principio, si propone una riflessione sui nessi tra responsabilità extracontrattuale e valori della cultura giuridica. Particolare rilievo è dato alla ‘riduzione a calcolo’ del danno e alla ‘aritmetica della sensibilità' proposte dall’economista Melchiorre Gioia per ottenere certezze assolute, di tipo matematico, per la tutela dell’individuo-proprietario. L’impossibilità di bloccare entro un modello rigido la responsabilità civile emerse con chiarezza a fine Ottocento, quando le teorie unitarie e astratte della responsabilità furono costrette a confrontarsi con una pluralità di situazioni ‘speciali’, con nuove istanze solidaristiche e valori sociali che esigevano nuove ricostruzioni dell’ingiustizia del danno, nuovi nessi tra le distinzioni della scienza giuridica e l’unità valoriale del sistema.