Negli ultimi decenni, le ricerche inerenti la tematica dei modelli di previsione delle insolvenze si sono prevalentemente indirizzate verso l'elaborazione di strumenti caratterizzati da un sempre maggior grado di affidabilità. Tuttavia, il miglioramento delle performance diagnostiche, spesso frutto di un processo di affinamento dell'impianto logico-tecnico, si accompagna ad un più che proporzionale grado di complessità di gestione del modello. Complessità intesa non solo in termini tecnici, ossia come difficoltà pratiche di impiego, ma anche come sacrificio complessivo – economico e organizzativo – che la realtà utilizzatrice si trova a sopportare. Il presente lavoro, quindi, esamina i modelli predittivi sotto un duplice profilo: da un lato, in termini di efficacia diagnostica e, dall'altro, di efficienza economico-organizzativa. In particolare, i modelli vengono riconsiderati nell'ambito di un'ipotesi di osservatorio pubblico (su base locale) per la prevenzione ed il contenimento degli effetti socio-economici della crisi d'azienda. In tale contesto, ci sembra che questa strumentazione possa offrire un importante contributo: l'individuazione preventiva delle realtà critiche, mediante l'applicazione del modello, consentirebbe infatti un impiego più efficiente (perché mirato) delle ormai scarse risorse disponibili. L'intento della ricerca, in particolare, è quello di osservare se alcuni strumenti, ritenuti di agevole e conveniente utilizzo (modelli efficienti), offrano sufficienti garanzie di attendibilità nel diagnosticare lo stato di salute di un campione di aziende ferraresi. L’analisi è stata sviluppata sulla base di una logica di tipo ex post. I modelli, infatti, sono stati applicati ad un campione di aziende, per metà delle quali la crisi ha già avuto manifestazione. Si sono, quindi, esaminati i bilanci del quinquennio precedente tale manifestazione, verificando se e in che misura le previsioni formulate si fossero poi dimostrate corrette.
Considerazioni introduttive
Madonna S.
2012
Abstract
Negli ultimi decenni, le ricerche inerenti la tematica dei modelli di previsione delle insolvenze si sono prevalentemente indirizzate verso l'elaborazione di strumenti caratterizzati da un sempre maggior grado di affidabilità. Tuttavia, il miglioramento delle performance diagnostiche, spesso frutto di un processo di affinamento dell'impianto logico-tecnico, si accompagna ad un più che proporzionale grado di complessità di gestione del modello. Complessità intesa non solo in termini tecnici, ossia come difficoltà pratiche di impiego, ma anche come sacrificio complessivo – economico e organizzativo – che la realtà utilizzatrice si trova a sopportare. Il presente lavoro, quindi, esamina i modelli predittivi sotto un duplice profilo: da un lato, in termini di efficacia diagnostica e, dall'altro, di efficienza economico-organizzativa. In particolare, i modelli vengono riconsiderati nell'ambito di un'ipotesi di osservatorio pubblico (su base locale) per la prevenzione ed il contenimento degli effetti socio-economici della crisi d'azienda. In tale contesto, ci sembra che questa strumentazione possa offrire un importante contributo: l'individuazione preventiva delle realtà critiche, mediante l'applicazione del modello, consentirebbe infatti un impiego più efficiente (perché mirato) delle ormai scarse risorse disponibili. L'intento della ricerca, in particolare, è quello di osservare se alcuni strumenti, ritenuti di agevole e conveniente utilizzo (modelli efficienti), offrano sufficienti garanzie di attendibilità nel diagnosticare lo stato di salute di un campione di aziende ferraresi. L’analisi è stata sviluppata sulla base di una logica di tipo ex post. I modelli, infatti, sono stati applicati ad un campione di aziende, per metà delle quali la crisi ha già avuto manifestazione. Si sono, quindi, esaminati i bilanci del quinquennio precedente tale manifestazione, verificando se e in che misura le previsioni formulate si fossero poi dimostrate corrette.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.