Il pero è una specie strategica in alcune regioni settentrionali italiane, in particolare nella pianura padana con punte di eccellenza nella regione Emilia-Romagna che da sola occupa circa l’80% della superficie coltivata e nel Veneto. Negli ultimi anni la pericoltura ha subito diverse modificazioni, introducendo portinnesti nanizzanti e forme di allevamento adatte per impianti ad elevata densità di piantagione. Contrariamente ad altre specie il panorama varietale è molto stabile, la cv Abate Fétel, la più importante, rappresenta il 45% della produzione nazionale. Nonostante questo, il progetto ha voluto affrontare e migliorare alcuni aspetti al fine di migliorare la qualità delle produzioni e la sostenibilità ambientale. Il progetto ha infatti affrontato alcune specifiche tematiche di ricerca, quali alcune tecniche colturali, come l’irrigazione, la potatura, anche in relazione alle diverse forme di allevamento ed ai portinnesti utilizzati. Particolare attenzione è stata anche dedicata alla difesa sanitaria contro la maculatura bruna (causata dal micete Stemphylium vesicarium) e la psilla (Cacopsylla pyri) che richiedono un elevato numero di trattamenti ad hoc e causano un aumento dei costi di produzione e un negativo impatto ambientale, e al colpo di fuoco batterico. Le strategie di controllo hanno preso in considerazione sia i “tradizionali” mezzi chimici, sia la ricerca di molecole di origine naturale estratte da residui di lavorazioni agro-industriali come fonti naturali di partenza e strategie innovative e biocompatibili per il controllo di patogeni in Pyrus communis, sia mezzi fisici quali l’utilizzo di reti tipo “Alt-carpo” per il controllo degli attacchi di insetti. Non ultimo il progetto ha anche iniziato una ricerca di biologia molecolare per ricercare marcatori molecolari che possono aiutare a selezionare i parentali da utilizzarsi per futuri incroci rivolti ad individuare selezioni resistenti e con caratteristiche di elevata qualità organolettica. E’ noto che in pero, nell’ambito della popolazione di frutti presenti sull’albero, il processo di maturazione si instaura con una certa scalarità. Sono quindi state utilizzate strumentazioni non distruttive, capaci di valutare con precisione la progressione della maturazione e di individuare popolazioni omogenee di frutti sulle quali approntare le strategie di conservazione. L’approfondimento delle conoscenze sulla comprensione dei meccanismi fisiologici e biochimici che caratterizzano la maturazione, è fondamentale per la definizione delle migliori strategie di conservazione post-raccolta. Le pere, infine, sono difficilmente conservabili per lunghi periodi e il recente divieto di utilizzare prodotti, quali l’etossichina, ha coinvolto il progetto ad affrontare l’impiego di molecole alternative , quali l’1MCP che da un lato viene oggi accreditato come un mezzo capace di ridurre il riscaldo superficiale, ma dall’altro, richiede una messa a punto dettagliata sulle diverse cultivar.

INNOVAZIONI DI PROCESSO E DI PRODOTTO PER UNA PERICOLTURA DI QUALITÀ – INNOVAPERO

Gianni Sacchetti;Alessandra Guerrini;Elena Tamburini
2011

Abstract

Il pero è una specie strategica in alcune regioni settentrionali italiane, in particolare nella pianura padana con punte di eccellenza nella regione Emilia-Romagna che da sola occupa circa l’80% della superficie coltivata e nel Veneto. Negli ultimi anni la pericoltura ha subito diverse modificazioni, introducendo portinnesti nanizzanti e forme di allevamento adatte per impianti ad elevata densità di piantagione. Contrariamente ad altre specie il panorama varietale è molto stabile, la cv Abate Fétel, la più importante, rappresenta il 45% della produzione nazionale. Nonostante questo, il progetto ha voluto affrontare e migliorare alcuni aspetti al fine di migliorare la qualità delle produzioni e la sostenibilità ambientale. Il progetto ha infatti affrontato alcune specifiche tematiche di ricerca, quali alcune tecniche colturali, come l’irrigazione, la potatura, anche in relazione alle diverse forme di allevamento ed ai portinnesti utilizzati. Particolare attenzione è stata anche dedicata alla difesa sanitaria contro la maculatura bruna (causata dal micete Stemphylium vesicarium) e la psilla (Cacopsylla pyri) che richiedono un elevato numero di trattamenti ad hoc e causano un aumento dei costi di produzione e un negativo impatto ambientale, e al colpo di fuoco batterico. Le strategie di controllo hanno preso in considerazione sia i “tradizionali” mezzi chimici, sia la ricerca di molecole di origine naturale estratte da residui di lavorazioni agro-industriali come fonti naturali di partenza e strategie innovative e biocompatibili per il controllo di patogeni in Pyrus communis, sia mezzi fisici quali l’utilizzo di reti tipo “Alt-carpo” per il controllo degli attacchi di insetti. Non ultimo il progetto ha anche iniziato una ricerca di biologia molecolare per ricercare marcatori molecolari che possono aiutare a selezionare i parentali da utilizzarsi per futuri incroci rivolti ad individuare selezioni resistenti e con caratteristiche di elevata qualità organolettica. E’ noto che in pero, nell’ambito della popolazione di frutti presenti sull’albero, il processo di maturazione si instaura con una certa scalarità. Sono quindi state utilizzate strumentazioni non distruttive, capaci di valutare con precisione la progressione della maturazione e di individuare popolazioni omogenee di frutti sulle quali approntare le strategie di conservazione. L’approfondimento delle conoscenze sulla comprensione dei meccanismi fisiologici e biochimici che caratterizzano la maturazione, è fondamentale per la definizione delle migliori strategie di conservazione post-raccolta. Le pere, infine, sono difficilmente conservabili per lunghi periodi e il recente divieto di utilizzare prodotti, quali l’etossichina, ha coinvolto il progetto ad affrontare l’impiego di molecole alternative , quali l’1MCP che da un lato viene oggi accreditato come un mezzo capace di ridurre il riscaldo superficiale, ma dall’altro, richiede una messa a punto dettagliata sulle diverse cultivar.
2011
2013
Nazionale
Responsabile di Unità locale
Nessun Finanziamento
Sacchetti, Gianni; Guerrini, Alessandra; Tamburini, Elena
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/2383291
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