Con l’ordinanza 24/2017, la Corte costituzionale ha preso posizione sulla sentenza Taricco della Corte di giustizia in tema di prescrizione delle frodi gravi nel settore dell’IVA. La Consulta ha giudicato l’obbligo di disapplicazione in malam partem della normativa italiana imposto dalla Corte UE incompatibile con i principi costituzionali di legalita ` (nei suoi corollari dell’irretroattivita ` sfavorevole, della determinatezza e della prevedibilita ` della legge penale) e di separazione dei poteri, chiedendo alla stessa Corte UE di pronunciarsi nuovamente sull’interpretazione dell’art. 325 TFUE alla luce dell’identita ` costituzionale nazionale incorporata nel diritto UE dall’art. 4, par. 2 TUE ma valorizzata in chiave spiccatamente sovranista. Questo contributo ricostruisce i tratti salienti dell’ordinanza e analizza sinteticamente i punti di vista della Corte costituzionale e della Corte di giustizia sui rapporti tra la prescrizione del reato, il nullum crimen, nulla poena sine lege e la suddetta identita ` costituzionale, nonche ´ tra la normativa nazionale sul ‘‘tempo dell’oblio’’, il diritto UE e il primato di quest’ultimo sul diritto domestico. L’Autore si discosta dalla chiave di lettura prevalentemente autarchica della Consulta, la quale avrebbe esaminato le questioni relative alla tutela ‘‘multilivello’’ dei principi fondamentali e alla competenza dell’Unione in materia di prescrizione del reato da una prospettiva integralmente nazionalista, trascurando i profili europei delle questioni in gioco.
Luci e ombre della reazione della Corte costituzionale alla sentenza Taricco
Francesco Rossi
2017
Abstract
Con l’ordinanza 24/2017, la Corte costituzionale ha preso posizione sulla sentenza Taricco della Corte di giustizia in tema di prescrizione delle frodi gravi nel settore dell’IVA. La Consulta ha giudicato l’obbligo di disapplicazione in malam partem della normativa italiana imposto dalla Corte UE incompatibile con i principi costituzionali di legalita ` (nei suoi corollari dell’irretroattivita ` sfavorevole, della determinatezza e della prevedibilita ` della legge penale) e di separazione dei poteri, chiedendo alla stessa Corte UE di pronunciarsi nuovamente sull’interpretazione dell’art. 325 TFUE alla luce dell’identita ` costituzionale nazionale incorporata nel diritto UE dall’art. 4, par. 2 TUE ma valorizzata in chiave spiccatamente sovranista. Questo contributo ricostruisce i tratti salienti dell’ordinanza e analizza sinteticamente i punti di vista della Corte costituzionale e della Corte di giustizia sui rapporti tra la prescrizione del reato, il nullum crimen, nulla poena sine lege e la suddetta identita ` costituzionale, nonche ´ tra la normativa nazionale sul ‘‘tempo dell’oblio’’, il diritto UE e il primato di quest’ultimo sul diritto domestico. L’Autore si discosta dalla chiave di lettura prevalentemente autarchica della Consulta, la quale avrebbe esaminato le questioni relative alla tutela ‘‘multilivello’’ dei principi fondamentali e alla competenza dell’Unione in materia di prescrizione del reato da una prospettiva integralmente nazionalista, trascurando i profili europei delle questioni in gioco.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.