Il saggio, che riprende ed elabora il tema della tesi di laurea dell’autrice, ricostruisce il processo di formazione e le vicende architettoniche dell’isolato Mattei a Roma tra XV e XVII secolo, mettendo in luce gli strumenti utilizzati dalla famiglia Mattei per l’acquisizione e la riconfigurazione di questo brano di città: efficaci strategie di acquisti, utilizzazione dei meccanismi previsti dalla normativa edilizia, adozione e messa a punto di diverse modalità progettuali di intervento su siti e strutture preesistenti. La seconda parte del saggio riserva particolare attenzione al palazzo Mattei di Paganica, realizzato intorno alla metà del Cinquecento per volontà di Ludovico Mattei, attraverso due principali fasi costruttive, collocabili tra il 1537 e il 1553 e tra il 1563 e il 1566. All’interno di tali fasi viene precisato il ruolo dei due architetti progettisti, ipotizzando che, dopo un primo progetto di Giovanni Mangone, Nanni di Baccio Bigio possa aver lavorato all’esecuzione e alla definizione di parti e dettagli, ma anche alla redazione di nuovi disegni relativi all’impianto planimetrico e alla facciata. Più in generale, nell’assetto compositivo dell’edificio vengono riconosciuti caratteri in parte innovativi nella ripresa e nella rielaborazione di schemi consolidati, di tendenze progettuali e di soluzioni particolari, tratti dalla ricca produzione architettonica del primo Cinquecento. Rispetto allo sperimentalismo del disegno d’insieme, il linguaggio adottato nella definizione delle parti sembra invece orientarsi verso una notevole semplificazione dei modelli offerti dalla cultura architettonica della prima metà del secolo.
Palazzo Mattei di Paganica e il suo contesto urbano
SAMPERI, Renata
2015
Abstract
Il saggio, che riprende ed elabora il tema della tesi di laurea dell’autrice, ricostruisce il processo di formazione e le vicende architettoniche dell’isolato Mattei a Roma tra XV e XVII secolo, mettendo in luce gli strumenti utilizzati dalla famiglia Mattei per l’acquisizione e la riconfigurazione di questo brano di città: efficaci strategie di acquisti, utilizzazione dei meccanismi previsti dalla normativa edilizia, adozione e messa a punto di diverse modalità progettuali di intervento su siti e strutture preesistenti. La seconda parte del saggio riserva particolare attenzione al palazzo Mattei di Paganica, realizzato intorno alla metà del Cinquecento per volontà di Ludovico Mattei, attraverso due principali fasi costruttive, collocabili tra il 1537 e il 1553 e tra il 1563 e il 1566. All’interno di tali fasi viene precisato il ruolo dei due architetti progettisti, ipotizzando che, dopo un primo progetto di Giovanni Mangone, Nanni di Baccio Bigio possa aver lavorato all’esecuzione e alla definizione di parti e dettagli, ma anche alla redazione di nuovi disegni relativi all’impianto planimetrico e alla facciata. Più in generale, nell’assetto compositivo dell’edificio vengono riconosciuti caratteri in parte innovativi nella ripresa e nella rielaborazione di schemi consolidati, di tendenze progettuali e di soluzioni particolari, tratti dalla ricca produzione architettonica del primo Cinquecento. Rispetto allo sperimentalismo del disegno d’insieme, il linguaggio adottato nella definizione delle parti sembra invece orientarsi verso una notevole semplificazione dei modelli offerti dalla cultura architettonica della prima metà del secolo.File | Dimensione | Formato | |
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