Questa riflessione propone la prospettiva di un’epistemologia non estranea all’etica, nella convinzione che la presunta “neutralità” del sapere scientifico non sia credibile perché ideologica e, come tutte le conoscenze, condizionata da ineludibili fattori esistenziali. In tale prospettiva, che non vuole nascondere l’intento di un’assunzione di responsabilità verso i più deboli come scelta di campo per una forma- zione democratica, rientrano alcuni orientamenti culturali imprescindibili: a) la convinzione che non vi sia un unico modello di scienza, innanzitutto, e che, quando vi è come oggetto di studio l’uomo, i dati di matrice unicamente quantitativa siano parziali e limitanti la stessa ricerca; b) in secondo luogo, il costante accostamento alla prassi ermeneutica quale luogo di messa a fuoco del contesto e degli “attori” che in esso interagiscono; c) infine il significato del comprendere, più che dello spiegare, soprattutto nelle pratiche di analisi del linguaggio pedagogico. Il lavoro si propone di passare attraverso il richiamo ad alcuni studiosi, ritenuti di particolare rilievo, in un arco di tempo relativo agli ultimi cinquant’anni.
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Titolo: | Un’epistemologia per la democrazia formativa | |
Autori: | ||
Data di pubblicazione: | 2017 | |
Serie: | ||
Handle: | http://hdl.handle.net/11392/2380238 | |
ISBN: | 978-88-99302-12-2 | |
Appare nelle tipologie: | 02.1 Contributo in volume (Capitolo, articolo) |