Il presente studio descrive un approccio integrato tra metodi tradizionali e innovativi per l’individuazione, la caratterizzazione e l’analisi delle relazioni tra singolari architetture, chiamate comunemente ghiacciaie, e il contesto territoriale e morfologico che le ospita. Metodi tradizionali, che si avvalgono dello studio delle antiche fonti catastali e della ricerca d’archivio, sono stati utilizzati per l’individuazione, la datazione e l’odierna destinazione d’uso sul territorio, mentre tecniche di fotointerpretazione, rilievo laser scanner e geo-processing di dati in ambiente GIS sono state impiegate per l’integrazione e la gestione dei dati e per l’individuazione di eventuali relazioni tra le strutture e il contesto morfo-territoriale. Queste singolari architetture, indagate sul territorio bolognese, sono conserve da neve, cioè strutture idonee per la conservazione mediante il freddo delle derrate alimentari o di altri prodotti deperibili (bachi da seta, getti di piante per innesti, rami di salice, ecc.). Nate, quasi sempre, in risposta alla necessità di dotare un altro edificio di uno spazio indispensabile all’economia domestica o all’attività commerciale, modificate per necessità o dall’utilizzo e infine abbandonate perché sostituite nella loro funzione dall’avvento di nuovi strumenti di produzione del freddo nati grazie all’innovazione tecnologica.
Le antiche ghiacciaie nel territorio bolognese tecnologie tradizionali e innovative integrate per l’individuazione, il rilievo e la mappatura
BIANCARDI, Michela;
2016
Abstract
Il presente studio descrive un approccio integrato tra metodi tradizionali e innovativi per l’individuazione, la caratterizzazione e l’analisi delle relazioni tra singolari architetture, chiamate comunemente ghiacciaie, e il contesto territoriale e morfologico che le ospita. Metodi tradizionali, che si avvalgono dello studio delle antiche fonti catastali e della ricerca d’archivio, sono stati utilizzati per l’individuazione, la datazione e l’odierna destinazione d’uso sul territorio, mentre tecniche di fotointerpretazione, rilievo laser scanner e geo-processing di dati in ambiente GIS sono state impiegate per l’integrazione e la gestione dei dati e per l’individuazione di eventuali relazioni tra le strutture e il contesto morfo-territoriale. Queste singolari architetture, indagate sul territorio bolognese, sono conserve da neve, cioè strutture idonee per la conservazione mediante il freddo delle derrate alimentari o di altri prodotti deperibili (bachi da seta, getti di piante per innesti, rami di salice, ecc.). Nate, quasi sempre, in risposta alla necessità di dotare un altro edificio di uno spazio indispensabile all’economia domestica o all’attività commerciale, modificate per necessità o dall’utilizzo e infine abbandonate perché sostituite nella loro funzione dall’avvento di nuovi strumenti di produzione del freddo nati grazie all’innovazione tecnologica.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.