La recensione ha ad oggetto un volume alquanto interessante proprio per la prospettiva adottata dall'autore. Esso ricerca infatti – sulla scia di un orientamento dottrinale sostanzialmente minoritario – i parametri definitori del buon costume analizzando e interpretando lo stesso testo costituzionale: senza cioè importare i significati attribuiti a tale clausola generale da altri settori dell’ordinamento (come diversamente avviene con le tesi c.d. “penalistiche” e “civilistiche”). Per l’autore andrebbe pertanto escluso che il buon costume previsto in Costituzione possa ridursi – secondo la tesi maggioritaria, d’impronta penalistica – alla sola morale sessuale. Analizzando nel dettaglio il dibattito costituente, praticando con attenzione la prospettiva comparata e mettendo a serrato confronto fonti legislative interne e sovranazionali (oltre che una corposa giurisprudenza multilivello), Perrone dimostra infatti come questa conclusione risulti sostanzialmente parziale, e come invece tale clausola sia stata e sia tuttora applicata in contesti molto diversi tra loro. Nella recensione non si nascondono i profili positivi ma anche negativi di tale approccio, evidenziando come le stesse fattispecie e la giurisprudenza costituzionale utilizzata dall'autore legittimino letture anche molto diverse da quella proposta nel volume.
Recensione a R. PERRONE, Buon costume e valori costituzionali condivisi. Una prospettiva della dignità umana, Napoli 2015.
VERONESI, Paolo
2016
Abstract
La recensione ha ad oggetto un volume alquanto interessante proprio per la prospettiva adottata dall'autore. Esso ricerca infatti – sulla scia di un orientamento dottrinale sostanzialmente minoritario – i parametri definitori del buon costume analizzando e interpretando lo stesso testo costituzionale: senza cioè importare i significati attribuiti a tale clausola generale da altri settori dell’ordinamento (come diversamente avviene con le tesi c.d. “penalistiche” e “civilistiche”). Per l’autore andrebbe pertanto escluso che il buon costume previsto in Costituzione possa ridursi – secondo la tesi maggioritaria, d’impronta penalistica – alla sola morale sessuale. Analizzando nel dettaglio il dibattito costituente, praticando con attenzione la prospettiva comparata e mettendo a serrato confronto fonti legislative interne e sovranazionali (oltre che una corposa giurisprudenza multilivello), Perrone dimostra infatti come questa conclusione risulti sostanzialmente parziale, e come invece tale clausola sia stata e sia tuttora applicata in contesti molto diversi tra loro. Nella recensione non si nascondono i profili positivi ma anche negativi di tale approccio, evidenziando come le stesse fattispecie e la giurisprudenza costituzionale utilizzata dall'autore legittimino letture anche molto diverse da quella proposta nel volume.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.