L’accertamento di un’alterazione organica dell’apparato visivo impone allo specialista medico-legale ed all’oftalmologo, un approccio comune e ricco di metodiche semeiologiche cliniche, accertative e non, atte a definire etiologia e patogenesi, nonché diagnosi di patologia o malattia, tale da poter trovare dignità valutativa anche in ambito amministrativo, indennitario o risarcitorio. Valutare un danno, definire un nesso causale, risalire allo stato anteriore, sono procedure che impongono criterio di indagine quanto mai attento a cogliere aspetti che potrebbero sfuggire ad un esame clinico eseguito per altri scopi. Spesso ci si trova di fronte a simulazioni, pretestazioni, esagerazioni o dissimulazioni che possono alterare il rapporto medico-paziente, sino al rifiuto di esecuzione di alcuni esami fondamentali ai fini dell’accertamento (es: fluoroangiografia ed ecografia nella patologia vitreo-retino-coroideale traumatica e non)conferendone estremi di aspetto fraudolento. In tal senso, l’approccio bi-specialistico(medico-legale ed oftalmologo) avanzato con la proposizione investigativa di tipo clinico e/o strumentale, indica una metodologia attuativa pratica, con l’esecuzione di approfondimenti specie in previsione della valutazione menomativa in campo sociale e/o previdenziale, per i risvolti intrinseci sia di tipo personale nonché di tipo economico individuale e sociale.La valutazione menomativa, infatti, deve essere traduzione puntuale di un iter clinico e diagnostico che prevede l’utilizzo di specifiche competenze specialistiche oftalmologiche, manovre semeiologiche e strumentali tali da rispecchiare l’utilizzo nei diversi ambiti d’interesse, e, contemporaneamente, assunzioni di responsabilità professionali di tipo diagnostico differenziali.
La problematica diagnostica medico-legale della simulazione in oftalmologia
GAUDIO, Rosa Maria
2016
Abstract
L’accertamento di un’alterazione organica dell’apparato visivo impone allo specialista medico-legale ed all’oftalmologo, un approccio comune e ricco di metodiche semeiologiche cliniche, accertative e non, atte a definire etiologia e patogenesi, nonché diagnosi di patologia o malattia, tale da poter trovare dignità valutativa anche in ambito amministrativo, indennitario o risarcitorio. Valutare un danno, definire un nesso causale, risalire allo stato anteriore, sono procedure che impongono criterio di indagine quanto mai attento a cogliere aspetti che potrebbero sfuggire ad un esame clinico eseguito per altri scopi. Spesso ci si trova di fronte a simulazioni, pretestazioni, esagerazioni o dissimulazioni che possono alterare il rapporto medico-paziente, sino al rifiuto di esecuzione di alcuni esami fondamentali ai fini dell’accertamento (es: fluoroangiografia ed ecografia nella patologia vitreo-retino-coroideale traumatica e non)conferendone estremi di aspetto fraudolento. In tal senso, l’approccio bi-specialistico(medico-legale ed oftalmologo) avanzato con la proposizione investigativa di tipo clinico e/o strumentale, indica una metodologia attuativa pratica, con l’esecuzione di approfondimenti specie in previsione della valutazione menomativa in campo sociale e/o previdenziale, per i risvolti intrinseci sia di tipo personale nonché di tipo economico individuale e sociale.La valutazione menomativa, infatti, deve essere traduzione puntuale di un iter clinico e diagnostico che prevede l’utilizzo di specifiche competenze specialistiche oftalmologiche, manovre semeiologiche e strumentali tali da rispecchiare l’utilizzo nei diversi ambiti d’interesse, e, contemporaneamente, assunzioni di responsabilità professionali di tipo diagnostico differenziali.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.