Si tratta del primo contributo monografico in lingua italiana e uno dei primi in ambito europeo sui controversi rapporti tra principio di precauzione e diritto penale. Il principio di precauzione – a dispetto, o forse a causa, della sua indeterminatezza di fondo, derivante dalle contrapposte spinte ideologiche alle quali è soggetto – ha fatto oramai irruzione sulla scena penalistica, occupando un ruolo non secondario nelle politiche legislative della “sicurezza”. Nei settori più sensibili alle innovazioni tecnologiche, il paradigma di incertezza che anima la logica precauzionale si rinviene anche nelle componenti strutturali del reato: almeno in quelle ipotesi in cui il “rischio illecito”, quale criterio selettivo del penalmente rilevante, si presti a essere ricostruito come “rischio nomologicamente incerto”. L’Autore – all’esito di un’inedita indagine sui differenziati modelli di decisione giudiziale improntati alla logica precauzionale – esamina i diversi livelli di incoerenza logica tra le categorie “classiche” del reato e il principio di precauzione, allo scopo di tratteggiarne, alla luce dei canoni garantistici, le possibilità e i limiti di integrazione nelle dinamiche della responsabilità penale.
Principio di precauzione e diritto penale. Paradigmi dell'incertezza nella struttura del reato
CASTRONUOVO, Donato
2012
Abstract
Si tratta del primo contributo monografico in lingua italiana e uno dei primi in ambito europeo sui controversi rapporti tra principio di precauzione e diritto penale. Il principio di precauzione – a dispetto, o forse a causa, della sua indeterminatezza di fondo, derivante dalle contrapposte spinte ideologiche alle quali è soggetto – ha fatto oramai irruzione sulla scena penalistica, occupando un ruolo non secondario nelle politiche legislative della “sicurezza”. Nei settori più sensibili alle innovazioni tecnologiche, il paradigma di incertezza che anima la logica precauzionale si rinviene anche nelle componenti strutturali del reato: almeno in quelle ipotesi in cui il “rischio illecito”, quale criterio selettivo del penalmente rilevante, si presti a essere ricostruito come “rischio nomologicamente incerto”. L’Autore – all’esito di un’inedita indagine sui differenziati modelli di decisione giudiziale improntati alla logica precauzionale – esamina i diversi livelli di incoerenza logica tra le categorie “classiche” del reato e il principio di precauzione, allo scopo di tratteggiarne, alla luce dei canoni garantistici, le possibilità e i limiti di integrazione nelle dinamiche della responsabilità penale.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.