I fenomeni astronomici sono stati osservati fin dagli albori della civiltà e il tentativo di darne un’interpretazione ha contribuito potentemente allo sviluppo del pensiero umano. Le immagini degli astri e la traduzione grafica dei loro complessi e oscuri ritmi sono diffuse in tutte le regioni abitate del globo, coprendo tutte le epoche dalla preistoria a oggi. Attraverso il disegno lo sguardo dell’uomo ha prodotto alla mente e alla coscienza corpi ed eventi cosmici, descrivendoli, analizzandoli e quindi figurandoli. Il dato finale, cioè la rappresentazione, deve essere interpretata (e ricercata) sia nella sua valenza figurativa sia in quella di modello grafico, cioè di rappresentazione concettuale, immagine puramente convenzionale della realtà oggettiva, capace di comunicare efficacemente questa realtà. Nel 1912, 100 anni fa, Aby Warburg fu tra i promotori del X Congresso Internazionale di Storia dell’Arte avvenuto proprio all'Accademia dei Lincei. Aprendo la sua relazione, intitolata Arte Italiana e astrologia internazionale nel Palazzo di Schifanoia a Ferrara, ancora prima di chiedersi «quale significato ha l’influsso dell’Antico per la cultura artistica del primo Rinascimento», Warburg si giustificò con i suoi uditori poiché la complessità del problema lo aveva costretto «a scendere nelle regioni semi-oscure della superstizione astrologica». Nel suo intervento, attraverso l’indagine sulla permanenza delle forme dell’Antico nell’arte rinascimentale italiana, interrogò la tradizione occidentale indagando sui meccanismi della memoria culturale dell’immagine. Con il suo lavoro inaugurò la moderna iconologia dando avvio a un approccio culturale in cui il processo di integrazione delle competenze è essenziale per affrontare in modo articolato e soprattutto efficace il problema interpretativo della forma e della sua immagine. L’eredità di Warburg, promossa e sostenuta dal suo Istituto di Londra, trova ancora sviluppi fecondi anche nella lettura critica della forma dell’architettura (quale modello concettuale prima progettato e poi costruito), e dei suoi rapporti con il cielo. Costante deve essere «il riferimento all’Uomo-Architetto che proietta consciamente e inconsciamente tutti i processi teorici ed applicativi possibili nel momento del suo operare nel manufatto che costruisce». Strumenti fondamentali in questo processo conoscitivo sono: in primo luogo la conoscenza diretta della teoria dell’architettura e delle fonti scientifiche che la supportano, in secondo luogo la ricerca e la verifica ripetuta di «problemi geometrici e analitici del disegno come tramite tra idea e possibilità costruttive». La decodificazione di questi di-segni, figure del cielo impresse nella forma architettonica, dipende dunque da una ricerca congiunta tra le discipline delle scienze fisiche e quelle delle scienze umane. In questo campo il contributo delle Scuole di Architettura è oggi guardato con grande attenzione, sia perché il numero di studi attualmente condotti su monumenti di carattere non archeologico è ancora limitato, sia per la molteplicità delle competenze che spaziano dalle problematiche procedurali e metodologiche del rilievo, alle cognizioni in alcuni ambiti specialistici della storia della geometria, alle potenzialità della modellazione nello studio e nella verifica delle ipotesi di ricerca, all'uso dei sistemi informativi integrati per la conoscenza, la tutela e la gestione del patrimonio con valore astronomico. E’ necessario, infatti, che le qualità astronomiche del costruito siano indagate esclusivamente attraverso un severo e rigoroso rilievo metrico di orientamenti, forme e geometrie.

Disegnare il cosmo, disegnare l'architettura

INCERTI, Manuela
2016

Abstract

I fenomeni astronomici sono stati osservati fin dagli albori della civiltà e il tentativo di darne un’interpretazione ha contribuito potentemente allo sviluppo del pensiero umano. Le immagini degli astri e la traduzione grafica dei loro complessi e oscuri ritmi sono diffuse in tutte le regioni abitate del globo, coprendo tutte le epoche dalla preistoria a oggi. Attraverso il disegno lo sguardo dell’uomo ha prodotto alla mente e alla coscienza corpi ed eventi cosmici, descrivendoli, analizzandoli e quindi figurandoli. Il dato finale, cioè la rappresentazione, deve essere interpretata (e ricercata) sia nella sua valenza figurativa sia in quella di modello grafico, cioè di rappresentazione concettuale, immagine puramente convenzionale della realtà oggettiva, capace di comunicare efficacemente questa realtà. Nel 1912, 100 anni fa, Aby Warburg fu tra i promotori del X Congresso Internazionale di Storia dell’Arte avvenuto proprio all'Accademia dei Lincei. Aprendo la sua relazione, intitolata Arte Italiana e astrologia internazionale nel Palazzo di Schifanoia a Ferrara, ancora prima di chiedersi «quale significato ha l’influsso dell’Antico per la cultura artistica del primo Rinascimento», Warburg si giustificò con i suoi uditori poiché la complessità del problema lo aveva costretto «a scendere nelle regioni semi-oscure della superstizione astrologica». Nel suo intervento, attraverso l’indagine sulla permanenza delle forme dell’Antico nell’arte rinascimentale italiana, interrogò la tradizione occidentale indagando sui meccanismi della memoria culturale dell’immagine. Con il suo lavoro inaugurò la moderna iconologia dando avvio a un approccio culturale in cui il processo di integrazione delle competenze è essenziale per affrontare in modo articolato e soprattutto efficace il problema interpretativo della forma e della sua immagine. L’eredità di Warburg, promossa e sostenuta dal suo Istituto di Londra, trova ancora sviluppi fecondi anche nella lettura critica della forma dell’architettura (quale modello concettuale prima progettato e poi costruito), e dei suoi rapporti con il cielo. Costante deve essere «il riferimento all’Uomo-Architetto che proietta consciamente e inconsciamente tutti i processi teorici ed applicativi possibili nel momento del suo operare nel manufatto che costruisce». Strumenti fondamentali in questo processo conoscitivo sono: in primo luogo la conoscenza diretta della teoria dell’architettura e delle fonti scientifiche che la supportano, in secondo luogo la ricerca e la verifica ripetuta di «problemi geometrici e analitici del disegno come tramite tra idea e possibilità costruttive». La decodificazione di questi di-segni, figure del cielo impresse nella forma architettonica, dipende dunque da una ricerca congiunta tra le discipline delle scienze fisiche e quelle delle scienze umane. In questo campo il contributo delle Scuole di Architettura è oggi guardato con grande attenzione, sia perché il numero di studi attualmente condotti su monumenti di carattere non archeologico è ancora limitato, sia per la molteplicità delle competenze che spaziano dalle problematiche procedurali e metodologiche del rilievo, alle cognizioni in alcuni ambiti specialistici della storia della geometria, alle potenzialità della modellazione nello studio e nella verifica delle ipotesi di ricerca, all'uso dei sistemi informativi integrati per la conoscenza, la tutela e la gestione del patrimonio con valore astronomico. E’ necessario, infatti, che le qualità astronomiche del costruito siano indagate esclusivamente attraverso un severo e rigoroso rilievo metrico di orientamenti, forme e geometrie.
2016
9788821811074
disegno, cosmo, architettura, rappresentazione, Warburg
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