Le questioni ambientali e la necessità di offrire soluzioni alla Crisi economica hanno stimolato negli ultimi anni una nuova domanda di politiche pubbliche – e in particolare di politiche industriali – rivolte congiuntamente alla sostenibilità e alla crescita (Arrow et al., 1995; OECD, 2011; World Bank, 2011; Mazzucato, 2013; Cappellin et al., 2014). In diversi paesi si è assistito per certi versi a una rinascita della politica industriale, 1 motivata dalla ricerca di nuove opportunità di sviluppo economico e dalla necessità di promuovere l’avanzamento tecnologico finalizzato allo sfruttamento di fonti energetiche alternative e alla riduzione dei consumi di energia (Smil, 2008; Armaroli e Balzani, 2011a, 2011b; Delucchi e Jacobson, 2011; Setti e Balzani, 2011; Bugamelli et al., 2014; Frey, 2014).2 Tuttavia lo scenario in cui l’azione pubblica si trova a essere definita e implementata si presenta quanto mai complesso. Gli orizzonti prioritari di intervento – come quello economico e quello ambientale – tendono in alcuni casi ad entrare in conflitto tra loro, mostrando l’esistenza di potenziali trade-off tra le diverse necessità politiche (Armaroli e Balzani, 2011a; Princen, 2005). In questo contesto l’efficacia e l’efficienza della politica industriale si confrontano con la capacità di trovare strumenti di analisi della realtà produttiva in grado di guidare - in modo trasparente e democratico - i processi di definizione delle azioni di policy, individuando i target e gli strumenti di intervento maggiormente in grado di rispondere a selezionate priorità politiche.3 E’ in quest’ottica di ricerca di nuove pratiche in grado di migliorare l’efficienza e l’efficacia della politica industriale che in questo lavoro proponiamo un caso studio sugli Stati Uniti, presentando un’analisi originale della realtà produttiva americana e della sostenibilità del proprio sviluppo.
La politica industriale contemporanea tra crisi economica e impatto ambientale. Un’applicazione al caso dell’industria manifatturiera negli Stati Uniti
DI TOMMASO, Marco Rodolfo;TASSINARI, Mattia
2014
Abstract
Le questioni ambientali e la necessità di offrire soluzioni alla Crisi economica hanno stimolato negli ultimi anni una nuova domanda di politiche pubbliche – e in particolare di politiche industriali – rivolte congiuntamente alla sostenibilità e alla crescita (Arrow et al., 1995; OECD, 2011; World Bank, 2011; Mazzucato, 2013; Cappellin et al., 2014). In diversi paesi si è assistito per certi versi a una rinascita della politica industriale, 1 motivata dalla ricerca di nuove opportunità di sviluppo economico e dalla necessità di promuovere l’avanzamento tecnologico finalizzato allo sfruttamento di fonti energetiche alternative e alla riduzione dei consumi di energia (Smil, 2008; Armaroli e Balzani, 2011a, 2011b; Delucchi e Jacobson, 2011; Setti e Balzani, 2011; Bugamelli et al., 2014; Frey, 2014).2 Tuttavia lo scenario in cui l’azione pubblica si trova a essere definita e implementata si presenta quanto mai complesso. Gli orizzonti prioritari di intervento – come quello economico e quello ambientale – tendono in alcuni casi ad entrare in conflitto tra loro, mostrando l’esistenza di potenziali trade-off tra le diverse necessità politiche (Armaroli e Balzani, 2011a; Princen, 2005). In questo contesto l’efficacia e l’efficienza della politica industriale si confrontano con la capacità di trovare strumenti di analisi della realtà produttiva in grado di guidare - in modo trasparente e democratico - i processi di definizione delle azioni di policy, individuando i target e gli strumenti di intervento maggiormente in grado di rispondere a selezionate priorità politiche.3 E’ in quest’ottica di ricerca di nuove pratiche in grado di migliorare l’efficienza e l’efficacia della politica industriale che in questo lavoro proponiamo un caso studio sugli Stati Uniti, presentando un’analisi originale della realtà produttiva americana e della sostenibilità del proprio sviluppo.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.