La permanenza del patrimonio museale (termine non a caso richiamato nella definizione legislativa nazionale ed internazionale) giustifica la resilienza dell’istituzione museo e la sua stessa esistenza. Non vi è dubbio che la collezione museale, l’insieme dei beni in dotazione di un museo, costituisca la condizione necessaria - anche se non sufficiente - per l’esistenza stessa del museo. La persistenza di questo patrimonio, e dunque la garanzia delle migliori condizioni possibili di conoscenza, tutela e conservazione, è un dovere imprescindibile dell’istituzione museale, che costituisce congiuntamente la base ineludibile per la comunicazione e valorizzazione del patrimonio. Quanto è noto il patrimonio museale italiano, in termini quantitativi e qualitativi? Quali sono le condizioni in cui versa il patrimonio invisibile dei musei, l’insieme dei beni custoditi nei depositi, che non è oggetto di esposizione? Una recente indagine statistica sulla gestione dei depositi archeologici museali, condotta nell’ambito del Dottorato in Scienze e Tecnologie per l’Archeologia e i Beni Culturali dell’Università degli Studi di Ferrara, in convenzione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con l’Associazione Nazionale Musei Locali e Istituzionali, ha permesso di delineare un quadro esaustivo e aggiornato del patrimonio museale in riferimento a: registrazione e documentazione dei beni; conservazione dei beni; figure professionali addette allo studio, cura e gestione delle collezioni; struttura ed organizzazione dei depositi; sicurezza e controllo dei parametri di rischio; valorizzazione dei depositi in termini di accessibilità, visibilità e fruizione. I risultati qui forniti costituiscono un punto di partenza per la discussione e la pianificazione di interventi specifici e mirati in funzione della criticità rilevate. È tempo di ristabilire e riformulare le priorità e le strategie di intervento, di adottare una pianificazione strategica nazionale, con criteri, metodologie e standard condivisi e una programmazione a breve e a lungo termine, soprattutto in questo particolare momento di riorganizzazione dell’intero sistema museale.
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Data di pubblicazione: | 2016 | |
Titolo: | Il patrimonio invisibile dei musei. Indagine sulla gestione dei depositi museali archeologici in Italia | |
Autori: | Muttillo, B | |
Rivista: | FORMA URBIS | |
Parole Chiave: | musei, depositi, archeologia, indagine statistica | |
Abstract in italiano: | La permanenza del patrimonio museale (termine non a caso richiamato nella definizione legislativa nazionale ed internazionale) giustifica la resilienza dell’istituzione museo e la sua stessa esistenza. Non vi è dubbio che la collezione museale, l’insieme dei beni in dotazione di un museo, costituisca la condizione necessaria - anche se non sufficiente - per l’esistenza stessa del museo. La persistenza di questo patrimonio, e dunque la garanzia delle migliori condizioni possibili di conoscenza, tutela e conservazione, è un dovere imprescindibile dell’istituzione museale, che costituisce congiuntamente la base ineludibile per la comunicazione e valorizzazione del patrimonio. Quanto è noto il patrimonio museale italiano, in termini quantitativi e qualitativi? Quali sono le condizioni in cui versa il patrimonio invisibile dei musei, l’insieme dei beni custoditi nei depositi, che non è oggetto di esposizione? Una recente indagine statistica sulla gestione dei depositi archeologici museali, condotta nell’ambito del Dottorato in Scienze e Tecnologie per l’Archeologia e i Beni Culturali dell’Università degli Studi di Ferrara, in convenzione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con l’Associazione Nazionale Musei Locali e Istituzionali, ha permesso di delineare un quadro esaustivo e aggiornato del patrimonio museale in riferimento a: registrazione e documentazione dei beni; conservazione dei beni; figure professionali addette allo studio, cura e gestione delle collezioni; struttura ed organizzazione dei depositi; sicurezza e controllo dei parametri di rischio; valorizzazione dei depositi in termini di accessibilità, visibilità e fruizione. I risultati qui forniti costituiscono un punto di partenza per la discussione e la pianificazione di interventi specifici e mirati in funzione della criticità rilevate. È tempo di ristabilire e riformulare le priorità e le strategie di intervento, di adottare una pianificazione strategica nazionale, con criteri, metodologie e standard condivisi e una programmazione a breve e a lungo termine, soprattutto in questo particolare momento di riorganizzazione dell’intero sistema museale. | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11392/2352218 | |
Appare nelle tipologie: | 03.1 Articolo su rivista |