Il breve articolo utilizza il caso dell'emendamento proposto dal Governo Renzi e, in particolare, dall'ex Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, per riflettere sulla portata della nuova legge di bilancio. L'emendamento è stato influenzato dalle lobby petrolifere che hanno agito tramite il compagno dell'ex Ministro, tanto da determinare quest'ultima alle dimissioni. Proposto una prima volta in sede di conversione di un decreto legge in materia, tra l'altro, di attività produttive, esso fu dichiarato inammissibile per motivi di non stretta attinenza all'articolo del decreto legge cui voleva afferire, in tacito ossequio (forse) alla giurisprudenza costituzionale sull'omogeneità dei contenuti di decreto legge e legge di conversione. Ma la sua riproposizione all'interno della legge di stabilità per il 2015 non ha incontrato ostacoli di sorta, nonostante si trattasse anche in tal caso di una legge a contenuto 'tipico'. Il suo inserimento è stato realizzato con la tanto discussa e discutibile tecnica del 'maxiemendamento' con mozione di fiducia (tanto che esso risulta rubricato ai commi 240 e 241 dell'unico articolo composto di ben 999 commi). La nuova legge di bilancio, come delineata dal nuovo art. 81 Cost. e, soprattutto, dalla legge che a quest'ultimo articolo dà attuazione (l. 243/2012), tuttavia, dovrebbe rendere ancor più stringente il filtro contenutistico della 'ex' legge di stabilità (che confluirà all'interno della 'nuova' legge di bilancio), per cui norme di natura micro-ordinamentale (come quella in questione) non dovrebbero più poter trovar posto entro le pieghe della (nuova) legge di bilancio (comprensiva della vecchia legge di stabilità). La violazione della legge n. 243/2012 che fissa tale filtro non dovrebbe essere ritenuta una normale deroga a una norma pari-grado previgente, posto che si tratta di una legge rinforzata per espressa previsione del nuovo art. 81, co. VI, Cost.
Le lobby petrolifere, l’emendamento ‘Tempa Rossa’ e il rigore della futura legge di bilancio
GUAZZAROTTI, Andrea
2016
Abstract
Il breve articolo utilizza il caso dell'emendamento proposto dal Governo Renzi e, in particolare, dall'ex Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, per riflettere sulla portata della nuova legge di bilancio. L'emendamento è stato influenzato dalle lobby petrolifere che hanno agito tramite il compagno dell'ex Ministro, tanto da determinare quest'ultima alle dimissioni. Proposto una prima volta in sede di conversione di un decreto legge in materia, tra l'altro, di attività produttive, esso fu dichiarato inammissibile per motivi di non stretta attinenza all'articolo del decreto legge cui voleva afferire, in tacito ossequio (forse) alla giurisprudenza costituzionale sull'omogeneità dei contenuti di decreto legge e legge di conversione. Ma la sua riproposizione all'interno della legge di stabilità per il 2015 non ha incontrato ostacoli di sorta, nonostante si trattasse anche in tal caso di una legge a contenuto 'tipico'. Il suo inserimento è stato realizzato con la tanto discussa e discutibile tecnica del 'maxiemendamento' con mozione di fiducia (tanto che esso risulta rubricato ai commi 240 e 241 dell'unico articolo composto di ben 999 commi). La nuova legge di bilancio, come delineata dal nuovo art. 81 Cost. e, soprattutto, dalla legge che a quest'ultimo articolo dà attuazione (l. 243/2012), tuttavia, dovrebbe rendere ancor più stringente il filtro contenutistico della 'ex' legge di stabilità (che confluirà all'interno della 'nuova' legge di bilancio), per cui norme di natura micro-ordinamentale (come quella in questione) non dovrebbero più poter trovar posto entro le pieghe della (nuova) legge di bilancio (comprensiva della vecchia legge di stabilità). La violazione della legge n. 243/2012 che fissa tale filtro non dovrebbe essere ritenuta una normale deroga a una norma pari-grado previgente, posto che si tratta di una legge rinforzata per espressa previsione del nuovo art. 81, co. VI, Cost.File | Dimensione | Formato | |
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