La questione della formazione ha segnato la storia della psicoanalisi fin dai suoi inizi. Il doppio profilo dello psicoanalista, nel suo essere figura di ricerca – appartenente ad una comunità scientifica- e professionista esperto su un mercato da controllare in maniera tendenzialmente monopolistica, è alla base di una ambigua complessità. In Italia – come peraltro in altri paesi - il tema della formazione (chi forma chi ? e a che titolo ?) ha segnato le fasi, lente o accelerate, dell’ingresso/diffusione della psicoanalisi – sia di scuola freudiana che di scuola junghiana, e delle variegate forme di expertise ‘psy’ più o meno collegate ad essa. Dalla problematica diffusione degli anni ‘50 segnata da una formazione ‘in famiglia’ dei primi analisti, alla formazione controllata dalla Associazioni professionali (SPI, AIPA, CIPA) della seconda generazione degli anni ‘60 caratterizzata da un prevalente reclutamento medico, si è arrivati al boom ‘disordinato’ degli anni 70-80 – di domanda, offerta, mercato - segnato insieme da un inverso fenomeno di de-medicalizzazione del reclutamento, da una formazione autoregolamentata e dalla nascita di un circolo sociale utente arricchito di nuove figure psy (dai laureati delle nuove facoltà di psicologia agli psichiatri dell’antipsichiatria e dei servizi pubblici). L’introduzione, dopo lungo dibattito, dell’albo degli psicologi del 1989 ha infine gettato le basi formali per riconoscibili percorsi formativi universitari ed extra universitari, relativamente ‘ordinati’ e stabilizzati. L’esperto psy, nella cui galassia allargata si iscrive coi suoi quarti di nobiltà lo psicoanalista freudiano o junghiano, è oggi una figura socialmente legittima, ‘formalmente’ prodotta su una ben tracciabile filiera istituzional-accademica che a partire dai corsi di laurea in psicologia (o medicina) si ‘autentica’ successivamente nelle scuole riconosciute di psicoterapia. Se si è limitata e circoscritta la sovranità formativa delle prime comunità/associazioni psicoanalitiche, si sono al contempo consolidati i confini di un monopolio condiviso fra molti soggetti su un mercato psy che comincia però a presentare anche scarsità di domanda.

La formazione degli psicoanalisti in Italia

TRASFORINI, Maria Antonietta
2016

Abstract

La questione della formazione ha segnato la storia della psicoanalisi fin dai suoi inizi. Il doppio profilo dello psicoanalista, nel suo essere figura di ricerca – appartenente ad una comunità scientifica- e professionista esperto su un mercato da controllare in maniera tendenzialmente monopolistica, è alla base di una ambigua complessità. In Italia – come peraltro in altri paesi - il tema della formazione (chi forma chi ? e a che titolo ?) ha segnato le fasi, lente o accelerate, dell’ingresso/diffusione della psicoanalisi – sia di scuola freudiana che di scuola junghiana, e delle variegate forme di expertise ‘psy’ più o meno collegate ad essa. Dalla problematica diffusione degli anni ‘50 segnata da una formazione ‘in famiglia’ dei primi analisti, alla formazione controllata dalla Associazioni professionali (SPI, AIPA, CIPA) della seconda generazione degli anni ‘60 caratterizzata da un prevalente reclutamento medico, si è arrivati al boom ‘disordinato’ degli anni 70-80 – di domanda, offerta, mercato - segnato insieme da un inverso fenomeno di de-medicalizzazione del reclutamento, da una formazione autoregolamentata e dalla nascita di un circolo sociale utente arricchito di nuove figure psy (dai laureati delle nuove facoltà di psicologia agli psichiatri dell’antipsichiatria e dei servizi pubblici). L’introduzione, dopo lungo dibattito, dell’albo degli psicologi del 1989 ha infine gettato le basi formali per riconoscibili percorsi formativi universitari ed extra universitari, relativamente ‘ordinati’ e stabilizzati. L’esperto psy, nella cui galassia allargata si iscrive coi suoi quarti di nobiltà lo psicoanalista freudiano o junghiano, è oggi una figura socialmente legittima, ‘formalmente’ prodotta su una ben tracciabile filiera istituzional-accademica che a partire dai corsi di laurea in psicologia (o medicina) si ‘autentica’ successivamente nelle scuole riconosciute di psicoterapia. Se si è limitata e circoscritta la sovranità formativa delle prime comunità/associazioni psicoanalitiche, si sono al contempo consolidati i confini di un monopolio condiviso fra molti soggetti su un mercato psy che comincia però a presentare anche scarsità di domanda.
2016
978-88-491-5508-2
Psicoanalisi, Psicoterapia, Professioni, Formazione
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