Il testo presenta parte di un lavoro di ricerca che punta a mettere in evidenza come innescare processi "sostenibili" nell'edilizia possa contribuire allo sviluppo delle risorse umane, materiali e culturali degli ambienti in cui si opera, a fronte di un mercato che tende ad ampliarsi per l'esigenza di costruire "edifici ad energia quasi a zero", come previsto dalle ultime normative del settore, in controtendenza rispetto a situazioni in cui l'attività costruttiva risulta invece fortemente impattante nell'utilizzare le risorse di diversi territori. Nel lavoro si tratta specificatamente di un processo di qualità per la produzione di materiali e semilavorati, ricavati da risorse naturali attualmente trascurate per queste finalità, con particolare attenzione alla canna palustre. Dato per acquisito che tale materiale è molto interessante per costruire edifici ecosostenibili, la ricerca si concentra sulle condizioni strutturali riguardanti il mercato dei prodotti per l'edilizia in Italia: si osserva che nel nostro Paese questa risorsa non è facilmente disponibile per la scarsa attenzione che è stata rivolta all'ecologia delle zone umide; si evidenzia inoltre che la canna palustre, come altri prodotti naturali, sembra avere una grave limitazione di impiego anche per la difficoltà di raggiungere livelli di qualità garantiti e costanti, come invece accade per prodotti ricavati da processi industriali. Facendo un'analisi parametrica con l'esperienza dell'"Etichetta Trasparente Pianesiana", che da decenni opera a livello nazionale e internazionale nel settore dell'alimentazione nell'ambito di UPM ("Un Punto Macrobiotico" fondato da Mario Pianesi), un elemento di novità della ricerca, presentato nel saggio, verte sulla possibilità di sperimentare un trasferimento al mondo dei materiali da costruzione di origine naturale dell'innovazione di processo che sta alla base di tale esperienza. La realtà dell'Etichetta Trasparente Pianesiana dimostra infatti che anche per i prodotti naturali si può ottenere la corrispondenza tra qualità dichiarata e qualità reale (corrispondenza che può essere in ogni modo verificata da terzi attraverso le procedure individuate da UPM) attuando un passaggio di scala che porta a certificare la qualità del processo produttivo a partire dalle coltivazioni in campagna e si sviluppa in tutte le fasi attraverso le quali il prodotto giunge sulle tavole del consumatore. Nel saggio, si ipotizza che trasferire tale strategia al settore delle costruzioni potrebbe ampliare la produzione italiana di materiali di origine naturale di qualità controllata, ottenendone la disponibilità attraverso processi che hanno origine nella cura dei territori in cui fare crescere le piante da cui si ricavano i materiali stessi, con ricadute positive sull'ambiente, da cui ottenere vantaggi economici e sociali ad ampio spettro.
Produzione edilizia in continuità con il territorio
TONI, Michela Maria
2015
Abstract
Il testo presenta parte di un lavoro di ricerca che punta a mettere in evidenza come innescare processi "sostenibili" nell'edilizia possa contribuire allo sviluppo delle risorse umane, materiali e culturali degli ambienti in cui si opera, a fronte di un mercato che tende ad ampliarsi per l'esigenza di costruire "edifici ad energia quasi a zero", come previsto dalle ultime normative del settore, in controtendenza rispetto a situazioni in cui l'attività costruttiva risulta invece fortemente impattante nell'utilizzare le risorse di diversi territori. Nel lavoro si tratta specificatamente di un processo di qualità per la produzione di materiali e semilavorati, ricavati da risorse naturali attualmente trascurate per queste finalità, con particolare attenzione alla canna palustre. Dato per acquisito che tale materiale è molto interessante per costruire edifici ecosostenibili, la ricerca si concentra sulle condizioni strutturali riguardanti il mercato dei prodotti per l'edilizia in Italia: si osserva che nel nostro Paese questa risorsa non è facilmente disponibile per la scarsa attenzione che è stata rivolta all'ecologia delle zone umide; si evidenzia inoltre che la canna palustre, come altri prodotti naturali, sembra avere una grave limitazione di impiego anche per la difficoltà di raggiungere livelli di qualità garantiti e costanti, come invece accade per prodotti ricavati da processi industriali. Facendo un'analisi parametrica con l'esperienza dell'"Etichetta Trasparente Pianesiana", che da decenni opera a livello nazionale e internazionale nel settore dell'alimentazione nell'ambito di UPM ("Un Punto Macrobiotico" fondato da Mario Pianesi), un elemento di novità della ricerca, presentato nel saggio, verte sulla possibilità di sperimentare un trasferimento al mondo dei materiali da costruzione di origine naturale dell'innovazione di processo che sta alla base di tale esperienza. La realtà dell'Etichetta Trasparente Pianesiana dimostra infatti che anche per i prodotti naturali si può ottenere la corrispondenza tra qualità dichiarata e qualità reale (corrispondenza che può essere in ogni modo verificata da terzi attraverso le procedure individuate da UPM) attuando un passaggio di scala che porta a certificare la qualità del processo produttivo a partire dalle coltivazioni in campagna e si sviluppa in tutte le fasi attraverso le quali il prodotto giunge sulle tavole del consumatore. Nel saggio, si ipotizza che trasferire tale strategia al settore delle costruzioni potrebbe ampliare la produzione italiana di materiali di origine naturale di qualità controllata, ottenendone la disponibilità attraverso processi che hanno origine nella cura dei territori in cui fare crescere le piante da cui si ricavano i materiali stessi, con ricadute positive sull'ambiente, da cui ottenere vantaggi economici e sociali ad ampio spettro.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.