Le Grandi Valli Veronesi custodiscono una storia millenaria che con impeto vigoroso ed incessante è giunta sino a noi. L’abitato di Castello del Tartaro, con la sua necropoli, è un lascito culturale importante per approfondire, penetrare e comprendere questa determinata società e, più in generale, per gettare luce su un periodo affascinante come quello del Bronzo e, in particolare, quello del BR. L’area della necropoli, che è stata scoperta nel 1989, si trova a meno di 100 m a N-W dall’omonimo abitato e le sue reali dimensioni sono tutt’oggi sconosciute; diverse campagne di scavo, succedutesi nel corso degli anni, hanno portato alla luce un gran numero di tombe sia ad inumazione che a cremazione. I corredi funebri sono presenti solo in alcune tombe e sono tutti di tipo femminile. Essi permettono un inquadramento globale della necropoli nell’Età del bronzo recente. L’indagine antropologica preliminare ha preso in considerazione 9 sepolture ad inumazione. Il campione esaminato, nonostante la frammentarietà ed il cattivo stato di conservazione, si è rivelato particolarmente interessante sotto diversi punti di vista. Le analisi antropologiche hanno evidenziato, insieme alla robustezza di alcuni tratti scheletrici, la presenza di stress funzionali associabili a rilevanti sforzi fisici sostenuti sia dagli arti inferiori che da quelli superiori; tracce di squatting, di camminate vigorose su piani accidentati e di sollevamento e trasporto di grandi carichi sono evidenti. L’analisi dentaria, inoltre, ha palesato alti gradi di usura associata ad usi extra-masticatori dei denti. Sebbene il numero di sepolture preso in considerazione sia ridotto, si è riusciti a delineare un primo e stimolante quadro che incoraggia e sprona il proseguo dello studio di questa importante necropoli.
Dati antropologici preliminari su alcune sepolture del Bronzo recente provenienti dalla necropoli di Castello del Tartaro (Verona)
DONATI, Roberta;GUALDI, Emanuela
2015
Abstract
Le Grandi Valli Veronesi custodiscono una storia millenaria che con impeto vigoroso ed incessante è giunta sino a noi. L’abitato di Castello del Tartaro, con la sua necropoli, è un lascito culturale importante per approfondire, penetrare e comprendere questa determinata società e, più in generale, per gettare luce su un periodo affascinante come quello del Bronzo e, in particolare, quello del BR. L’area della necropoli, che è stata scoperta nel 1989, si trova a meno di 100 m a N-W dall’omonimo abitato e le sue reali dimensioni sono tutt’oggi sconosciute; diverse campagne di scavo, succedutesi nel corso degli anni, hanno portato alla luce un gran numero di tombe sia ad inumazione che a cremazione. I corredi funebri sono presenti solo in alcune tombe e sono tutti di tipo femminile. Essi permettono un inquadramento globale della necropoli nell’Età del bronzo recente. L’indagine antropologica preliminare ha preso in considerazione 9 sepolture ad inumazione. Il campione esaminato, nonostante la frammentarietà ed il cattivo stato di conservazione, si è rivelato particolarmente interessante sotto diversi punti di vista. Le analisi antropologiche hanno evidenziato, insieme alla robustezza di alcuni tratti scheletrici, la presenza di stress funzionali associabili a rilevanti sforzi fisici sostenuti sia dagli arti inferiori che da quelli superiori; tracce di squatting, di camminate vigorose su piani accidentati e di sollevamento e trasporto di grandi carichi sono evidenti. L’analisi dentaria, inoltre, ha palesato alti gradi di usura associata ad usi extra-masticatori dei denti. Sebbene il numero di sepolture preso in considerazione sia ridotto, si è riusciti a delineare un primo e stimolante quadro che incoraggia e sprona il proseguo dello studio di questa importante necropoli.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.