Inquadrati nello scenario nordpadano e alpino, i Colli Euganei furono oggetto a più riprese di frequentazioni umane nel Paleolitico e nel Mesolitico. Varie tracce note da tempo ma considerevolmente incrementate nell’ultimo decennio, sono state riportate alla luce grazie alle ricerche condotte dall’Università di Ferrara con il supporto del Parco Regionale dei Colli Euganei e di altri enti ed associazioni. Sulla base dei dati archeologici frutto principalmente di ritrovamenti di superficie, il primo popolamento si registra nel Paleolitico medio, in un ampio intervallo temporale non meglio precisabile in cui le frequentazioni neandertaliane si configurano genericamente per la loro finalità verso lo sfruttamento della selce, materia prima abbondante nel settore euganeo occidentale e destinata a un largo consumo nei distretti circostanti. Tuttavia, dalle caratteristiche di alcuni siti, si ravvisa una variabilità funzionale che definisce un sistema di sfruttamento delle risorse non limitato alla semplice estrazione, scheggiatura ed esportazione della materia prima litica, ma esteso alla sussistenza e ad altre attività connesse con la lavorazione dei materiali deperibili. In questa flessibilità funzionale si inquadra anche l’eccezionale evidenza dell’impiego di litologie vulcaniche euganee per la fabbricazione di utensili scheggiati, la più antica che si conosca allo stato attuale delle ricerche. Frequentazioni più recenti sono riferibili al Paleolitico superiore: pochi ma significativi reperti presumibilmente gravettiani e epigravettiani testimoniano l’esistenza di vasti sistemi insediativi gravitanti nell’area prealpina. Di maggiore consistenza si presentano infine i dati più recenti, riconducibili alla presenza degli ultimi cacciatori-raccoglitori mesolitici sia lungo la dorsale euganea che nelle depressioni circostanti. Sempre di superficie, i rinvenimenti permettono di riconoscere almeno alcuni dei criteri di scelta adottati per l’installazione degli accampamenti temporanei, come attorno al paesaggio alluvionale perieuganeo percorso dal paleoalveo della Valcalaona.

Territori paleolitici e mesolitici: contesti, risorse e variabilità del più antico popolamento umano dei Colli Euganei.

PERESANI, Marco
2015

Abstract

Inquadrati nello scenario nordpadano e alpino, i Colli Euganei furono oggetto a più riprese di frequentazioni umane nel Paleolitico e nel Mesolitico. Varie tracce note da tempo ma considerevolmente incrementate nell’ultimo decennio, sono state riportate alla luce grazie alle ricerche condotte dall’Università di Ferrara con il supporto del Parco Regionale dei Colli Euganei e di altri enti ed associazioni. Sulla base dei dati archeologici frutto principalmente di ritrovamenti di superficie, il primo popolamento si registra nel Paleolitico medio, in un ampio intervallo temporale non meglio precisabile in cui le frequentazioni neandertaliane si configurano genericamente per la loro finalità verso lo sfruttamento della selce, materia prima abbondante nel settore euganeo occidentale e destinata a un largo consumo nei distretti circostanti. Tuttavia, dalle caratteristiche di alcuni siti, si ravvisa una variabilità funzionale che definisce un sistema di sfruttamento delle risorse non limitato alla semplice estrazione, scheggiatura ed esportazione della materia prima litica, ma esteso alla sussistenza e ad altre attività connesse con la lavorazione dei materiali deperibili. In questa flessibilità funzionale si inquadra anche l’eccezionale evidenza dell’impiego di litologie vulcaniche euganee per la fabbricazione di utensili scheggiati, la più antica che si conosca allo stato attuale delle ricerche. Frequentazioni più recenti sono riferibili al Paleolitico superiore: pochi ma significativi reperti presumibilmente gravettiani e epigravettiani testimoniano l’esistenza di vasti sistemi insediativi gravitanti nell’area prealpina. Di maggiore consistenza si presentano infine i dati più recenti, riconducibili alla presenza degli ultimi cacciatori-raccoglitori mesolitici sia lungo la dorsale euganea che nelle depressioni circostanti. Sempre di superficie, i rinvenimenti permettono di riconoscere almeno alcuni dei criteri di scelta adottati per l’installazione degli accampamenti temporanei, come attorno al paesaggio alluvionale perieuganeo percorso dal paleoalveo della Valcalaona.
2015
978-88-96750-02-5
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