Violazioni dei diritti umani e responsabilità dello Stato di invio per la condotta dei contingenti nazionali nell’ambito di una missione di peace-keeping: il caso Nuhanović

Prendendo spunto da una sentenza della Corte distrettuale de L'Aja, l'A. affronta il tema della responsabilità delle Nazioni Unite e dello Stato di invio per gli illeciti posti in essere da contingenti nazionali che operano nell'ambito di una missione di peace-keeping dell'ONU. Rigettando il modello della responsabilità sussidiaria dello Stato di invio, l'A. considera dirimente, ai fini dell'attribuzione della condotta illecita, la circostanza che i "caschi blu" operano all'interno di una catena di comando unica, che fa capo al Segretario generale delle Nazioni Unite. In queste condizioni, il legame organico con lo Stato di invio perde di rilevanza, perché assorbito dal vincolo "istituzionale" che si instaura con l'Organizzazione internazionale cui l'organo è "prestato". Quest'ultimo legame, secondo l'A., non si spezza nemmeno nell'ipotesi in cui il contingente nazionale agisca contravvenendo alle istruzioni dettate dalla catena di comando dell'ONU, finanche per rispettare un ordine impartito dallo Stato di invio.