Il presente volume raccoglie una serie di contributi accomunati dallo studio ravvicinato di alcuni celebri codici scritti dalla mano di Giovanni Boccaccio: gli “autografi volgari”, sia “autoriali” che “editoriali”. Quello degli autografi di Boccaccio è un campo di ricerca, di evidente rilevanza, che è stato ed è sempre più coltivato da codicologi, filologi, paleografi, storici della lingua e dell’arte negli ultimi decenni: a misurare i progressi nella loro conoscenza (frutto anche di nuove acquisizioni) basta oggi confrontare la ben diversa ricchezza di dati e interpretazioni che offre il recentissimo catalogo della Mostra fiorentina del 2013 (pubblicato quando il presente volume era ormai già pronto per la stampa) rispetto al (peraltro già ottimo) catalogo della precedente Mostra “centenaria” del 1975. Nessuno dei trentatré autografi o postillati boccacciani attualmente noti - numero senza paragone tra i letterati italiani tardomedievali - è rimasto in questi anni privo di studi, spesso minuziosi e sistematici. Tra di essi, al centro dell’attenzione degli specialisti, ma anche più in generale degli italianisti, sono, oltre al celeberrimo autografo del Decameron, le copie della Commedia e del Canzoniere, per l’indubbia suggestione del contatto, tramite la mano di Giovanni Boccaccio, dei testi principali delle famose Tre Corone. L’idea di indagare specificamente e in modo (almeno nelle intenzioni) sinergico gli autografi volgari, e in particolare le copie dantesche del Certaldese, risale al 2008, quando gli scriventi ne discussero con Carlo Delcorno, condirettore degli Studi sul Boccaccio, ottenendone un incoraggiamento, in vista del non lontano centenario boccacciano. Il progetto si è poi precisato, facendo inevitabilmente i conti colle esigenze e le concomitanti incombenze dei singoli. Ad esso hanno aderito studiosi che, pur relativamente giovani, già erano boccaccisti provetti, e ricercatori di più recente specializzazione in tale ambito. Esso ha coinvolto colleghi (e amici) che hanno voluto unire le proprie forze per onorare il Centenario boccacciano del 2013, anche (come ovvio) mettendo in comune ricerche nate da tempo, e sviluppatesi secondo esigenze in parte diverse. L’idea iniziale si è così allargata allo studio di aspetti solo apparentemente laterali, illustranti casi di tradizione recenziore o di ricezione critica dell’opera di Boccaccio, in grado comunque di suggerire dati o ipotesi utili per una migliore conoscenza storica degli autografi. Ciò ha dato luogo a contributi di taglio ed estensione diverse: descrizioni paleografiche e codicologiche integrali e analitiche, riflessioni su alcuni aspetti linguistici, saggi preparatori di edizione critica, analisi di postillati e di estratti derivati da autografi, approfondimenti storico-critici di rapporti culturali tra intellettuali partecipi della fortuna critica dell’opera dell’autore. Elemento unificante tra tutti l’ineludibile rapporto con gli autografi volgari e danteschi. Cioè con il dato, la base codicologica, a partire dal quale sono scaturite le interpretazioni e le ipotesi che qui si sottopongono al giudizio dei lettori. Dopo l’annuncio e la prima ufficializzazione nei Seminari fiorentini dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio del 23 giugno 2011 e del 5 ottobre 2012, una tappa fondamentale per lo svolgimento e la realizzazione del progetto è stata la messa in cantiere di un convegno, tenutosi a Ferrara il 15 e 16 novembre 2012, al quale hanno partecipato numerosi studiosi specialisti nelle diverse discipline. Le due giornate di lavoro ferraresi, presiedute rispettivamente da Carlo Delcorno e da Teresa De Robertis, hanno rappresentato il viatico alla conclusione delle principali ricerche programmate. Il volume venutosi così a configurare si apre con una corposa sezione codicologico-paleografica (Bertelli, Cursi e Bertelli-Cursi), per poi passare, dopo un breve ma denso contributo linguistico (Faleri), a una sezione “dantesca” (Mecca, Rossi, Cappi-Giola), e finire con una sezione riservata a testimonianze recenziori sulla tradizione del Decameron (Pulsoni, Bernardi).

Dentro l'officina di Giovanni Boccaccio. Studi sugli autografi in volgare e su Boccaccio dantista

BERTELLI, Sandro
2014

Abstract

Il presente volume raccoglie una serie di contributi accomunati dallo studio ravvicinato di alcuni celebri codici scritti dalla mano di Giovanni Boccaccio: gli “autografi volgari”, sia “autoriali” che “editoriali”. Quello degli autografi di Boccaccio è un campo di ricerca, di evidente rilevanza, che è stato ed è sempre più coltivato da codicologi, filologi, paleografi, storici della lingua e dell’arte negli ultimi decenni: a misurare i progressi nella loro conoscenza (frutto anche di nuove acquisizioni) basta oggi confrontare la ben diversa ricchezza di dati e interpretazioni che offre il recentissimo catalogo della Mostra fiorentina del 2013 (pubblicato quando il presente volume era ormai già pronto per la stampa) rispetto al (peraltro già ottimo) catalogo della precedente Mostra “centenaria” del 1975. Nessuno dei trentatré autografi o postillati boccacciani attualmente noti - numero senza paragone tra i letterati italiani tardomedievali - è rimasto in questi anni privo di studi, spesso minuziosi e sistematici. Tra di essi, al centro dell’attenzione degli specialisti, ma anche più in generale degli italianisti, sono, oltre al celeberrimo autografo del Decameron, le copie della Commedia e del Canzoniere, per l’indubbia suggestione del contatto, tramite la mano di Giovanni Boccaccio, dei testi principali delle famose Tre Corone. L’idea di indagare specificamente e in modo (almeno nelle intenzioni) sinergico gli autografi volgari, e in particolare le copie dantesche del Certaldese, risale al 2008, quando gli scriventi ne discussero con Carlo Delcorno, condirettore degli Studi sul Boccaccio, ottenendone un incoraggiamento, in vista del non lontano centenario boccacciano. Il progetto si è poi precisato, facendo inevitabilmente i conti colle esigenze e le concomitanti incombenze dei singoli. Ad esso hanno aderito studiosi che, pur relativamente giovani, già erano boccaccisti provetti, e ricercatori di più recente specializzazione in tale ambito. Esso ha coinvolto colleghi (e amici) che hanno voluto unire le proprie forze per onorare il Centenario boccacciano del 2013, anche (come ovvio) mettendo in comune ricerche nate da tempo, e sviluppatesi secondo esigenze in parte diverse. L’idea iniziale si è così allargata allo studio di aspetti solo apparentemente laterali, illustranti casi di tradizione recenziore o di ricezione critica dell’opera di Boccaccio, in grado comunque di suggerire dati o ipotesi utili per una migliore conoscenza storica degli autografi. Ciò ha dato luogo a contributi di taglio ed estensione diverse: descrizioni paleografiche e codicologiche integrali e analitiche, riflessioni su alcuni aspetti linguistici, saggi preparatori di edizione critica, analisi di postillati e di estratti derivati da autografi, approfondimenti storico-critici di rapporti culturali tra intellettuali partecipi della fortuna critica dell’opera dell’autore. Elemento unificante tra tutti l’ineludibile rapporto con gli autografi volgari e danteschi. Cioè con il dato, la base codicologica, a partire dal quale sono scaturite le interpretazioni e le ipotesi che qui si sottopongono al giudizio dei lettori. Dopo l’annuncio e la prima ufficializzazione nei Seminari fiorentini dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio del 23 giugno 2011 e del 5 ottobre 2012, una tappa fondamentale per lo svolgimento e la realizzazione del progetto è stata la messa in cantiere di un convegno, tenutosi a Ferrara il 15 e 16 novembre 2012, al quale hanno partecipato numerosi studiosi specialisti nelle diverse discipline. Le due giornate di lavoro ferraresi, presiedute rispettivamente da Carlo Delcorno e da Teresa De Robertis, hanno rappresentato il viatico alla conclusione delle principali ricerche programmate. Il volume venutosi così a configurare si apre con una corposa sezione codicologico-paleografica (Bertelli, Cursi e Bertelli-Cursi), per poi passare, dopo un breve ma denso contributo linguistico (Faleri), a una sezione “dantesca” (Mecca, Rossi, Cappi-Giola), e finire con una sezione riservata a testimonianze recenziori sulla tradizione del Decameron (Pulsoni, Bernardi).
2014
9788821009280
Autografi; Paleografia; Codicologia; Giovanni Boccaccio; Dante Alighieri; Filologia italiana; Filologia romanza
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