Il decennale della morte di Michel Henry vede una presenza sempre più significativa del suo pensiero nel dibattito filosofico contemporaneo, in particolare di ascendenza fenomenologica. Questo non solo in Francia ma, si può dire, in tutto il mondo, come mostrano i numerosi convegni e colloqui internazionali che ogni anno vengono organizzati sul suo pensiero. Neppure l'Italia fa eccezione; prova ne sono altresì le traduzioni delle sue opere principali apparse nel frattempo. Significativo è soprattutto il fatto che si sia imposta una giovane generazione di studiosi, più libera e disponibile a battere nuove strade, del tutto in linea con l'audacia di cui il pensiero di Henry ha dato costantemente prova. Pensiero che, certo, si è sviluppato all'interno di una scuola -- al pari di Paul Ricoeur, di Emmanuel Levinas, anch'egli è stato alla «scuola della fenomenologia» -- senza tuttavia rimanerne mai prigioniero, al punto anzi di prospettarne un vero e proprio rovesciamento. In ciò si è posto, se non come un caposcuola, sicuramente come un maestro, riconosciuto da pensatori come Jean Luc Marion che, pure, si sono incamminati per una strada propria.
Michel Henry. Una discussione con R. Barbaras
SANSONETTI, Giuliano
2012
Abstract
Il decennale della morte di Michel Henry vede una presenza sempre più significativa del suo pensiero nel dibattito filosofico contemporaneo, in particolare di ascendenza fenomenologica. Questo non solo in Francia ma, si può dire, in tutto il mondo, come mostrano i numerosi convegni e colloqui internazionali che ogni anno vengono organizzati sul suo pensiero. Neppure l'Italia fa eccezione; prova ne sono altresì le traduzioni delle sue opere principali apparse nel frattempo. Significativo è soprattutto il fatto che si sia imposta una giovane generazione di studiosi, più libera e disponibile a battere nuove strade, del tutto in linea con l'audacia di cui il pensiero di Henry ha dato costantemente prova. Pensiero che, certo, si è sviluppato all'interno di una scuola -- al pari di Paul Ricoeur, di Emmanuel Levinas, anch'egli è stato alla «scuola della fenomenologia» -- senza tuttavia rimanerne mai prigioniero, al punto anzi di prospettarne un vero e proprio rovesciamento. In ciò si è posto, se non come un caposcuola, sicuramente come un maestro, riconosciuto da pensatori come Jean Luc Marion che, pure, si sono incamminati per una strada propria.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.